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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2010 alle ore 12:53.
Domenica mattina, negli States, inizierà a funzionare la più grande rete mobile di quarta generazione al mondo. A portare al pubblico su larga scala la tecnologia Lte era già stato nei mesi scorsi l'operatore MetroPCS nelle aree urbane di Dallas e San Francisco. A muoversi questa volta è il gigante Verizon, che oggi annuncia - a partire dal 5 dicembre - una copertura di 38 grandi aree metropolitane, da Chicago a Boston, da New York a San Diego.
Quali prospettive si presentano per i consumatori? I grandi produttori di smartphone, con l'eccezione di Samsung, non produrranno dispositivi che supportano Lte fino a metà 2011. Per collegarsi, al momento, Verizon suggerisce soltanto dei modem Usb prodotti da LG e Pantech.
Interessanti le performance – Verizon parla di una velocità di download effettiva con rete sotto carico compresa tra i 5 e i 12 megabit al secondo – e le offerte di lancio: 50 dollari per 5GB di traffico mensili e 80 dollari per 10GB.
«Nessun rallentamento della connessione per chi supera la soglia di traffico del proprio pacchetto», spiega al Wall Street Journal Tony Melone, cto di Verizon. «Le applicazioni che beneficeranno di questa rete - conclude - sono molte, a partire chiaramente da quelle video».
Sul medio periodo il passaggio a tecnologie Lte di quarta generazione è uno dei processi che contribuirà ad evitare la saturazione delle reti. A sostenerlo è Hakan Eriksson, responsabile della sede californiana e global cto di Ericsson, il principale partner tecnologico della nuova infrastruttura di Verizon. «Nei prossimi dieci anni il traffico esploderà fino a mille volte. Per arrivare a supportare un tale carico, bisogna intervenire su più fronti», spiega Hakan Eriksson. «Come? Il passaggio a Lte permette un fattore moltiplicativo di dieci, una migliore allocazione e sfruttamente dello spettro anche, e diminuendo di un terzo la dimensione delle celle telefoniche si ottiene un altro moltiplicatore dieci. Totale mille, appunto».
«Numeri decisamente ottimistici», controbatte l'esperto di telecomunicazioni Stefano Quintarelli. «Le celle andrebbero aumentate di nove ordini di grandezza, non tre. E questo è poco sostenibile a livello di investimenti, soprattutto con un mercato in cui i prezzi, come dimostra la stessa nuova offerta Verizon, tendono a scendere».