Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 08 dicembre 2010 alle ore 06:41.
MILANO
«Il dibattito sulle web-tv è stato gonfiato, perché nessuno ha mai pensato di regolamentare blog e popolo della rete, i pesci piccoli insomma. Altra cosa invece è un operatore come Youtube, che non è un semplice aggregatore di video online ma esercita comunque un certo controllo editoriale, anche se attraverso il suo algoritmo, quindi in maniera automatica».
Il commissario dell'Agcom Stefano Mannoni non ci sta a passare per il "controllore della rete" e respinge al mittente le accuse di voler sopprimere sul nascere i nuovi virgulti televisivi che stanno sbocciando in rete. Il provvedimento dell'Autorità, che recepisce il decreto Romani in materia audiovisiva, ammorbidisce molto i primi parametri di regolamentazione delle televisioni su internet, escludendo di fatto tutti i piccoli operatori (si veda il «Sole 24 Ore» di ieri) e facendo scattare la normativa su tetti pubblicitari, tutela dei minori, obbligo di rettifica e registrazione dei programmi solo per quei soggetti con ricavi annui maggiori di 100mila euro e un palinsesto che supera le 24 ore settimanali.
Mannoni ha firmato le nuove direttive insieme con Domenico Sortino, il commissario che ha sostituito il primo relatore del provvedimento, Nicola D'Angelo, che in segno di protesta verso il decreto Romani aveva votato contro le nuove regole. «Internet non può essere il Farwest – spiega Mannoni – quindi il nostro provvedimento getta un primo seme e pone qualche paletto, prestando attenzione a non andare a toccare i micro-operatori». Eppure anche alcuni big sono esclusi, come Youtube, che però è "solo" una piattaforma tecnologica e quindi non potrà ricadere nei famosi paletti Agcom. «Su questo non ci scommetterei – continua Mannoni – perché i criteri di applicabilità delle nuove norme sono il controllo editoriale dei contenuti e insieme il loro sfruttamento economico, per esempio attraverso la pubblicità. Youtube opera una gerarchizzazione dei contenuti, anche se attraverso il suo algoritmo, quindi in maniera automatica, e questo può essere considerato controllo editoriale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LE PRESCRIZIONI
Chi rientra nel provvedimento
Secondo le nuove regole dell'Agcom non dovranno registrarsi come operatori televisivi i soggetti con un fatturato annuo inferiore a 100mila euro e un palinsesto sotto le 24 ore settimanali
Il «nodo» Youtube
L'attuale provvedimento sembra escludere la piattaforma video di Google, ma il commissario Stefano Mannoni dell'Agcom rilancia: «Potrebbe essere vero il contrario»