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2011: FINE DELLA NEUTRALITÀ

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Questo articolo è stato pubblicato il 09 dicembre 2010 alle ore 06:47.

c Gli operatori stanno per vincere la battaglia della neutralità della rete. Hanno conquistato l'istituzione che era loro più avversa, al mondo: Fcc, l'Authority tlc Usa. Si va quindi verso un'internet diversa, già dal 2011, dove sarà frenato il traffico illegale e quello considerato dannoso dagli operatori. E dove i gestori mobili potranno fare il bello e il cattivo tempo sulle connessioni degli utenti.
È questa la sostanza della proposta normativa che Fcc presenterà il 20 dicembre, come annunciato dal chairman Julius Genachowsky. «È davvero strano. Genachowsky ha bollato come "cosa cattiva" la proposta Google-Verizon e ora annuncia norme che sembrano ricalcarla», commenta Jan Dawson, analista di Ovum specializzato in questi temi. «Gli operatori applaudono ora a Fcc, mentre i gruppi sostenitori dei diritti degli utenti si schierano contro. Sarà in ogni caso meglio dell'attuale situazione, in cui manca una regolamentazione in materia». Solo su un punto sono tutti d'accordo: gli operatori saranno tenuti alla trasparenza. Dovranno dire con chiarezza come gestiscono il traffico degli utenti. Genachowsky anticipa che gli operatori potranno discriminare il traffico illegale e dannoso per i loro network. Sugli altri tipi di traffico, vuole permettere tutte le discriminazioni che non siano "irragionevoli". Chiarirà il 20 dicembre che cosa significhi. Prima invece era intenzionato a proibire qualsiasi tipo di discriminazione. La diatriba sulla neutralità era partita perché Fcc aveva vietato a Comcast di bloccare il peer to peer. Il 20 si saprà anche se, com'è probabile, Fcc autorizzerà anche i "managed services" (servizi a qualità garantita, separati da internet) voluti da Google e dagli operatori.
Infine, i divieti per gli operatori mobili saranno più leggeri di quelli dei fissi, per «tutelare un mercato ancora agli inizi» (qui Genachowsky usa proprio le stesse parole della proposta Google-Verizon). Il motivo di questa svolta? Lo dice lo stesso Genachowsky: non bisogna scoraggiare i futuri enormi investimenti nelle reti a banda larghissima, fissa e mobile. È lo stesso motivo che ha convinto la Commissione europea a non decidere regole specifiche sulla neutralità (a parte l'obbligo alla trasparenza). Si riserva solo di intervenire a posteriori, se gli operatori faranno discriminazioni anticompetitive.

Tags Correlati: Google | Jan Dawson | Julius Genachowsky | Tecnologie

 

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