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Questo articolo è stato pubblicato il 16 dicembre 2010 alle ore 06:51.
DA PARIGI
GIOVANNI DE PAOLA
«Quella in corso è un'infoguerra. Con Wikileaks c'è il primo tentativo di censura a livello globale contro internet e questo tentativo è avanzato da tutti i governi. Nonostante gli attacchi sono sicuro che l'informazione sopravviverà». Pierre Chappaz è il creatore del motore di ricerca di news Wikio. Parla inglese con un forte accento francese che fa pendant con la cornice parigina di LeWeb'10, uno dei maggiori eventi europei dedicati alla rete.
«Internet è lo strumento più democratico creato nella storia dell'uomo, ora è andato fuori controllo da tutti i poteri, anche quelli economici. I governi stanno cercando di arginare il dibattito sulla neutralità della rete, ma forse sono già in ritardo perché internet è così forte che avranno difficoltà a metterlo sotto controllo».
Adrian Monck direttore della comunicazione del World Economic Forum fa notare che: «Stiamo parlando di qualcosa che non va di moda. Wikileaks non risulta nei trend di Twitter». Ma non si tratta di censura o di poco appeal, un'infografica realizzata da Buzzfeed.com e un'analisi comparativa aiutano a capire che il termine è molto presente su Twitter da divenire stabile e privo di novità.
Gabe Rivera è viene dal New Jersey e si è trasferito sulla costa ovest, a San Francisco, dove fa crescere la sua creatura, l'aggregatore di notizie Techmeme. Ricorda a Pierre: «Il senatore Lieberman ha segnalato che anche il New York Times potrebbe essere oggetto di indagine, sollecitando il Dipartimento di Giustizia a esaminare quello che hanno fatto. Ha sottolineato che non c'è differenza tra quello che fa Wikileaks e quello che fa il New York Times. Tutti i media devono essere preoccupati».
Chappaz è un'ottimista e fa suo il pensiero di Lieberman per lanciare una proposta: «Se Wikileaks sarà liquidato, sarà fatta fuori anche la libertà di stampa. Come si può criminalizzare Wikileaks e non il New York Times o Le Monde o il Der Spiegel che hanno preso quelle informazioni e le hanno distribuite ai lettori? Wikileaks è parte di questo ecosistema e merita la stessa protezione della stampa».
Julian Alonso, fondatore di Weblog SL, network di lingua spagnola con più di 15 milioni di utenti unici è seduto proprio di fianco a Pierre sul palco di LeWeb. «Il fenomeno Wikileaks non è nuovo, abbiamo avuto sempre le fughe di notizie (leaks). Credo che Wikileaks rappresenti un punto di svolta per internet perché non riguarda più solo la creatura di Assange. Si tratta di voler porre limiti alla libertà di espressione, alla libertà di parola. Qualunque cosa accada a Wikileaks, l'idea sarà applicata online in altre forme in futuro».