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Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2010 alle ore 06:41.
MILANO
Condannati per spam due noti manager italiani: è la prima volta che accade. La sentenza, emessa ieri dalla settima sezione penale del tribunale di Milano, riguarda Andrea Casalini e Carlo Giuseppe Frigato della multinazionale italiana Buongiorno Vitaminic. Sono rispettivamente l'amministratore delegato e il direttore finanziario (all'epoca dei fatti quest'ultimo era il responsabile del trattamento di dati informatici). La condanna, a nove mesi di reclusione con sospensione della pena, è per aver mandato e-mail non richieste (quindi "spam") a 180mila utenti internet: «Trattamento illecito di dati personali».
Il giudice ha invece assolto i due dall'accusa di frode informatica, pure formulata dal pubblico ministero. L'azienda annuncia che i due andranno in appello. È il primo caso di condanna per spamming a un'azienda italiana che si occupa di newsletter (una delle attività di Buongiorno, che nel terzo trimestre 2010 ha riportato ricavi consolidati di 190,3 milioni di euro).
È una newsletter, infatti, al centro della vicenda: Fuorissimo Day, che dal 2001 mandava e-mail di contenuto umoristico agli utenti iscritti al servizio (450mila). Era frutto di un accordo tra il creatore del sito Fuorissimo.com (della milanese Clever Internet Company), Gianluca Costamagna, e Buongiorno Vitaminic. Nel 2004 il contratto viene risolto. L'accusa, su denuncia di Clever, è che Buongiorno avrebbe continuato a inviare, al 39 per cento degli iscritti a Fuorissimo (appunto 180mila utenti), «altre newsletter non richieste (in particolare quella denominata What's new,che pubblicizzava le novità dei servizi di Buongiorno Vitaminic)», come si legge nella richiesta di rinvio a giudizio. Replica Buongiorno che, secondo la sentenza, «l'ipotizzato trattamento illecito dei dati appare fondato su una diversa lettura del rapporto contrattuale in essere all'epoca tra Buongiorno e Clever». E non su «un'accertata attività dolosa da parte dei manager di Buongiorno». Quest'ultima era invece l'accusa lanciata da Clever. I due manager annunciano quindi che andranno in appello. «Buongiorno spa – continua la replica dell'azienda – sottolinea infine come l'impatto economico della vicenda, già all'epoca dei fatti assolutamente trascurabile in valore assoluto, sia oggi del tutto insignificante nell'ambito delle complessive attività di Buongiorno e come la sentenza non possa in alcun modo generare effetti economico patrimoniali di qualche rilevanza per la società».