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Tecnologie Digital Entertainment

Il nuovo cubo non quadra

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Questo articolo è stato pubblicato il 06 gennaio 2011 alle ore 06:49.

Porta qualche effluvio di futuro lo scatolotto Cubovision, al costo di 199 euro. È una finestra aperta su come potrebbe essere la tivù del domani. Ma è una finestra ancora cigolante e socchiusa, come risulta dalla nostra prova. Il Cubovision ora acquistabile nei negozi (nel corso di gennaio, anche nella grande distribuzione) è di piacevole design ma ha ancora numerosi peccati di gioventù e un parco di contenuti che sembra solo l'assaggio di quanto promesso nel 2009 e che forse arriverà nel 2011.

La parte iniziale di configurazione corre liscia, fino al momento in cui dobbiamo dare l'ok per l'accesso alla rete Wi-Fi domestica. Solo dopo numerosi tentativi riusciamo a collegarci, nonostante Cubovision riporti un'ottima qualità del segnale (cellulari e computer nello stesso punto della casa non hanno difficoltà ad accedere al Wi-Fi).

Alla fine, ci accoglie un menu iniziale molto facile da usare e di aspetto gradevole, con tutti i contenuti accessibili, cioè la tv digitale terrestre, le web tv, contenuti on demand, YouTube e altro. Peccato non poter personalizzare questo menu, per metterci per esempio "my media" (accesso ai contenuti dell'utente), disponibile invece all'interno di altre opzioni. «Permetteremo la personalizzazione con prossimi aggiornamenti del firmware del Cubo», dice Maurizio Marcelli, vp domestic market operation, broadband content, services engineering di Telecom. È uno dei padri del "Cubo", com'è familiarmente chiamato il prodotto all'interno dell'azienda.

Passiamo al digitale terrestre. Cubovision permette di vedere tutti i canali, eccetto quelli che sono sia criptati sia ad alta definizione. Il vantaggio è la possibilità di registrare il programma in corso o il successivo con un tasto del telecomando. Nei menu del Cubo poi è disponibile il file video della registrazione. Sembra invece non funzionare bene un'altra opzione: mettere in pausa i programmi del digitale terrestre per poi riprenderli dove si erano lasciati.

Il cambio di canale è lento, inoltre: il Cubo ci mette circa tre secondi. Scarna infine la guida elettronica ai programmi, ma Telecom promette di arricchirla nel 2011.

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Tags Correlati: Internet | La Sette | Maurizio Marcelli | Telecom

 

Vediamo le web tv: sono già undici, tra cui Bonsai, La7, Class Cnbc e Class Life, ma molto meno numerose rispetto a quelle accessibile dal concorrente Hybrid Blobbox di Telesystem. I canali funzionano bene; eccetto YouTube che ci ha dato spesso un errore di «applicazione non disponibile al momento». Forse l'innovazione maggiore è nei contenuti on demand: ce ne sono persino in 3D (sport minori, cartoni, documentari) e 200 al mese, tra film, serie tv, spettacoli. Peccato non ci sia un motore di ricerca: l'ideale sarebbe la possibilità di cercare parole tra video on demand, i programmi del digitale terrestre e quelli "my media". Quest'ultimo è un altro aspetto semi-dolente: bene l'accesso a file di memorie varie collegate al Cubo (legge anche i .mkv, ma non i sottotitoli e le opzioni multilingua); non siamo riusciti inoltre a sfogliare le cartelle condivise dai pc della stessa rete locale. Telecom promette di migliorare anche questa funzione nel 2011, quando dovrebbe arrivare anche lo Store, con applicazioni o widget. Bisognerà aspettare la versione 1.2 del Meego (sistema operativo open del Cubo), attesa per fine aprile. Al momento i widget sono limitati a news (una alla volta, poche righe), meteo e poco altro.

Niente da fare invece per il browser per accedere liberamente ai siti internet: voci lo davano imminente, ma Telecom smentisce. «La tv e il telecomando non vanno bene per navigare sui normali siti». Insomma: il Cubo ci aiuta a immaginare come sarà la tv del futuro, ma al momento è una promessa a metà, che dovrà attendere il 2011 per completarsi.

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