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Questo articolo è stato pubblicato il 06 gennaio 2011 alle ore 06:51.
Qualche giorno fa aveva dato per defunto il più che vivo e vegeto Lucio Dalla. È solo uno dei tanti – forse troppi – errori dell'enciclopedia più scarabocchiata del mondo. Wikipedia, indubbio esempio di democrazia del l'informazione e opportunità ineccepibile per la costruzione del sapere condiviso, deve fare i conti con uno stuolo di acerrimi aggressori che ne manipolano il contenuto per interesse o semplicemente animati da irrequieto spirito goliardico. Consultata ogni giorno da milioni di cybernauti, l'enciclopedia libera ha seri problemi di attendibilità, visto e considerato che le voci catalogate al suo interno – pur controllate in maniera rigorosa dai rigorosi revisori wikipediani – sono alla mercè di chiunque, almeno per qualche minuto, vuole pasticciarne definizioni e riferimenti.
Il problema dell'attendibilità di Wikipedia e della possibilità di utilizzo "ufficiale" dei dati memorizzati nei suoi archivi è saltato fuori il 10 dicembre scorso dinanzi ai tre giudici dello United States Patent and Trademark Office, chiamati a giudicare sulla legittimità delle registrazioni dei brevetti e dei marchi. Il colosso automobilistico General Motors ha fatto causa al signor Jim M. Sweeney, responsabile di aver tentato di registrare il logo "Corvoltte" per una imminente produzione di autoveicoli elettrici. Il nome e la grafica del marchio – secondo GM – poteva trarre in inganno il pubblico, perché un qualsiasi potenziale acquirente avrebbe potuto confonderlo con il ben più nobile "Corvette".
I legali della General Motors, per sottolineare la propria tesi, anziché portare in giudizio documentazione commerciale a sostegno della propria posizione, ha presentato la pagina di Wikipedia in cui veniva sintetizzata la storia della loro auto e la conseguente notorietà. I tre togati non hanno esitato a sentenziare che «una prova estratta da internet è ammissibile per il limitato scopo di dimostrare la provenienza del contenuto, non per sostenere la verità di quel che è stato stampato».