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Tecnologie Social Network

I nuovi re del web in corsa per l'Ipo

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Questo articolo è stato pubblicato il 26 gennaio 2011 alle ore 08:02.

Tutti i riflettori sono puntati su Facebook. Ma una sua quotazione, nel 2012, potrebbe essere solo il coronamento di un fenomeno ben più vasto: il grande sbarco in Borsa di una nuova generazione di società Internet. Prima di Mark Zuckerberg potrebbero stuzzicare gli appetiti degli investitori i fondatori di Groupon, il re del «deal of the day», l'affare del giorno. E i creatori del gruppo radio via Internet Pandora come di LinkedIn, social network per professionisti. Fino, forse, ai protagonisti del microblogging di Twitter e dei giochi online di Zynga.

I segni della nuova frenesia si sono moltiplicati. Sono ormai cinque – oltre a Facebook, cioè proprio Groupon, LinkedIn, Twitter e Zynga - le neofite dei social media che hanno superato di slancio, spesso di molto, valutazioni da un miliardo di dollari. Fondate sia sui capitali rastrellati nell'alta finanza che sui «mercati grigi», dove vengono scambiati i pochi titoli di società non ancora quotate. L'impennata ha poco da invidiare al gruppo di Zuckerberg: Groupon, creato due anni or sono da Andrew Mason, è oggi stimato 15 miliardi. E Lloyd Blankfein, amministratore delegato di Goldman Sachs, si è precipitato al quartier generale di Chicago con la proposta di collocare a Wall Street una «fetta» da forse 1,5 miliardi. «Abbiamo incontrato un po' di banchieri», ha ammesso Mason.
Il segreto di Groupon? Nel 2010 la società, che offre sconti del 50-90% su servizi locali e intasca commissioni del 30-50% dalle aziende che li offrono, è passata da due milioni di utenti americani a 50 milioni in 500 città di 40 paesi. E in dicembre ha rifiutato avance di Google da sei miliardi. Un successo tale da stimolare anche nuova concorrenza: il rivale LivingSocial ha appena ricevuto investimenti da Amazon.
LinkedIn ha anch'essa in programma per quest'anno un collocamento di titoli. Sta lavorando con più banche, tra le quali Morgan Stanley, su un prospetto per l'initial public offering da presentare nel primo trimestre. Nata nel 2003 da un'idea di Reid Hoffman, collega fra loro 85 milioni di iscritti professionals (uno nuovo ogni secondo), ha mille dipendenti ed è in attivo. Abbastanza, dicono i suoi fautori, perchè la sua valutazione sia lievitata a tre miliardi. Pandora e il suo ideatore Tim Westergren sono a loro volta in trattative per un rapido collocamento, per quanto più modesto: cento milioni. Pandora, nata nel duemila, è figlia del Music Genome Project, un algoritmo capace di analizzare gli interessi degli utenti e associarli a brani musicali e artisti.

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Tags Correlati: Amazon | Andrew Mason | Borsa Valori | Goldman Sachs | Google | Groupon | Internet Pandora | Jack Dorsey | Lloyd Blankfein | Mark Pincus | Sec | Tim Westergren | Wall Street | Zynga

 

A schiere sempre più folte di analisti (e banchieri a caccia di affari) altre celebri firme di internet sembrano ormai candidate a prossimi ingressi in pompa magna in Borsa, del calibro diTwitter o di Zynga. Nonostante i rischi di bolle speculative a manipolazioni. E le indagini della Sec, che vuole vederci chiaro sui mercati «grigi», quali SharePost e SecondMarket. Zynga, creata nel 2007 da Mark Pincus, su queste piazze vale ora cinque miliardi. Twitter, tenuta a battesimo quello stesso anno da Jack Dorsey, quasi quattro miliardi.

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