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Tecnologie Cellulari

Huawei accusa Motorola: a rischio la vendita degli asset a Nokia Siemens

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Questo articolo è stato pubblicato il 26 gennaio 2011 alle ore 17:28.

Ha subito avuto un seguito concreto l'azione legale, resa pubblica ieri l'altro, attraverso la quale il colosso cinese Huawei aveva denunciato alla Corte Federale degli Stati Uniti e precisamente alla U.S. District Court dell'Illinois, il comportamento di Motorola, citando entrambe le sue divisioni create a inizio anno, Mobility e Solutions. La casa americana, che attende dalle autorità dell'Antitrust cinese il via libera per la cessione (prevista entro il primo trimestre di quest'anno) a Nokia Siemens Networks dei propri asset di rete per 1,2 miliardi di dollari, sarebbe rea di aver divulgato illegalmente alla società europea, diretta concorrente di quella asiatica, informazioni riservate e protette dalla proprietà intellettuale di alcune tecnologie di quest'ultima, in violazione di un contratto siglato fra le due compagnie nel 2000.

Huawei, in altri termini, ha rispolverato un accordo vecchio di oltre 10 anni che prevedeva la licenza di vendita a favore di Motorola di soluzioni di rete wireless Huawei (vedi per esempio gli apparati per l'accesso radio e per i network Umts e Gsm) e l'obbligo per la casa americana di mantenere la totale segretezza su tali tecnologie. Segretezza che, secondo la multinazionale cinese, sarebbe venuta meno nel momento in cui si è materializzata (per Motorola) la possibilità di cedere il business delle infrastrutture wireless (con tanto di personale a diretta conoscenza di molte informazioni confidenziali sui prodotti della società cinese) a Nokia Siemens Networks.

Vicenda dunque più intricata del solito – c'è di mezzo una vendita di asset miliardaria - e che sembra comunque aver avuto già una soluzione. Il giudice Sharon Johnson Coleman del Distretto federale dell'Illinois ha infatti dato parzialmente ragione a Huawei e ha imposto a Motorola di fermare il passaggio di informazioni riservate verso Nokia Siemens Network. Si tratterà ora di capire se le autorità Usa accetteranno le richieste più spinose del colosso cinese, e cioè quelle inerenti la modifica dei termini della transazione in corso. Modifiche tese di fatto ad impedire la cessione a Nsn degli asset collegati alle infrastrutture per le reti Gsm e Umts di Motorola. Le due compagnie si sono trincerate nel "no comment" di rito mentre a prendere parola per Huawei è stato il vice presidente per gli affari esterni Bill Plummer, che spiegando le ragioni alla base dell'ingiunzione legale "proteggere la proprietà intellettuale dei nostri prodotti, servita su un piatto d'argento alla concorrenza" - ha fatto anche sapere come un tentativo di negoziazione con Motorola fu fatto, quando il deal con Nokia Siemens fu annunciato, ma senza che questo portò a delle garanzie ritenute sufficienti dalla compagnia cinese.

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Tags Correlati: Bill Plummer | Cisco Systems | Gsm | Ip | Motorola | Sharon Johnson | Siemens | Stati Uniti d'America | Telecomunicazioni

 

La sfida in carta bollata, in buona sostanza, è appena iniziata. E tanto per alimentare il tenore della contesa c'è chi ha setacciato gli archivi per scoprire come Huawei (per la prima volta scesa in campo contro un'azienda Usa) fu anni addietro oggetto di azione legale da parte di Cisco, per la presunta violazione di alcuni brevetti relativi ad apparati di rete Ip, e come la stessa Motorola citò in giudizio (in forma diretta o indiretta) il colosso cinese in almeno due occasioni. E vista ora la decisa presa di posizione di Huawei, e il suo peso politico in Cina, non è troppo fuori luogo iniziare a dubitare del buon fine di un'operazione fortemente voluta da Motorola per sistemare i propri conti.

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