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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2011 alle ore 08:15.
Giulio Tononi DIRIGE IL CENTER FOR SLEEP AND CONSCIOUSNESS ALL'UNIVERSITÀ DEL WISCONSIN-MADISON
Gli esseri umani hanno imparato a vivere anche in condizioni molto diverse dall'ambiente che li ha generati. Tuttavia questo non è privo di conseguenze. Per esempio, il nostro corpo richiede che veglia e sonno si accordino con la presenza o l'assenza di luce. Chi si alza prima dell'alba deve fare violenza ai propri ritmi corporei.
Basandosi su test clinici che sottolineano il beneficio di un graduale aumento della luce ambientale prima del risveglio, Philips ha tentato di risolvere questo problema con la Wake-Up Light, una lampada-sveglia in grado di creare l'equivalente di un'alba artificiale. La luce comincia ad accendersi da 25 a 40 minuti prima della sveglia, raggiungendo il massimo al momento in cui scatta la suoneria.
Per dimostrare l'efficacia del proprio prodotto nella realtà di tutti i giorni, Philips si è affidata a un'agenzia di ricerca indipendente per svolgere un'indagine sul campo. La cittadina scelta per l'esperimento è Longyearbyen, capoluogo delle isole Svalbard in Norvegia, il più settentrionale tra i centri abitati con più di mille abitanti (78° di latitudine, a soli 900 chilometri dal Polo Nord). È un luogo dove la temperatura non supera mai i 7°C, e nei mesi invernali oscilla tra -13 e -20°C, tanto che non è possibile seppellire i morti, poiché i corpi non si decompongono, ma si conservano indefinitamente nel terreno ghiacciato. Ma soprattutto, per quasi quattro mesi, dal 28 ottobre al 14 febbraio, il sole non sorge mai, lasciando la cittadina perennemente immersa nel buio.
Un'indagine preliminare ha rivelato che il 72% degli abitanti di Longyearbyen incontra difficoltà ad alzarsi dal letto durante la notte polare. Un terreno di studio ideale, quindi, per provare i benefici dell'alba artificiale. A questo scopo, Philips ha reclutato 186 cittadini ambosessi di età variabile tra i 12 e i 55 anni, senza altro requisito che la disponibilità a partecipare all'esperimento. Tutti hanno accettato di utilizzare la Philips Wake-Up Light e di monitorare la qualità dei loro risvegli, sia mediante questionari anonimi, sia attraverso esami del sangue, della temperatura e della frequenza cardiaca.