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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2011 alle ore 08:16.
Chi ha seguito le sue avventure spiritual-esistenziali nella serie tv «Santiago: anche le lesbiche sono pellegrine» (Fox cult) sa che l'ironia di Federica Tuzi comincia da se stessa. Regista, sceneggiatrice e scultrice, ha studiato religioni orientali, terapie alternative, esoterismi e psichedelia. Ora sembra essersi finalmente pacificata grazie, forse, alla pubblicazione di «Non ci lasceremo mai» (Lantana Editore) che di tolleranza tratta. Racconta una storia decisamente "border". La protagonista è Alessandra, ragazza che decide di cambiare sesso. A farle cambiare idea arriva Irene, una 16enne «open minded» grazie alla quale capisce che non desidera affatto diventare un uomo. E quando i genitori di Irene impediscono alle due ragazze di continuare la loro storia, Alessandra se ne va. In un lungo viaggio on the road negli Usa conoscerà donne e uomini che le indicheranno la strada, il deserto, stili di vita alternativi, il peyote e alla fine anche se stessa. Vero e ironico, il libro riflette sulla possibilità di farcela quando tutto sembra andare a rotoli.