Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2011 alle ore 08:14.
IL CLUB DI HACKER ERETICI «CHAOS COMPUTER», CUI ADERISCE IL FONDATORE DI OPENLEAKS,
È NATO NEL 1981 PER OPERA DI Wau Holland DA MONACO DI BAVIERA
GIOVANNI DE PAOLA
«La trasparenza aiuta a capire la realtà. Ci consente di arrivare alle informazioni e comprendere meglio le strutture complesse delle nostre società». Daniel Domscheit-Berg, conosciuto come il numero due di Wikileaks, è stato il braccio destro di Julian Assange dal 2007 al 2010. Domscheit-Berg o Schmitt? Schmitt è stato il falso cognome con cui l'hacker tedesco ha coperto la sua identità durante l'attività di curatore e portavoce di Wikileaks. È a Monaco di Baviera alla conferenza Dld. Ha gli occhi svegli e un atteggiamento dimesso, opposto a quello spavaldo di Assange. La sua collaborazione con l'australiano è terminata a settembre scorso quando è uscito da Wikileaks con altri dissidenti in aperta polemica con il biondo di Townsville.
«Wikileaks è diventato uno strumento politico. Penso che la tecnologia debba essere neutrale perché così il meccanismo può essere difeso e protetto da chi ha interesse a sopprimerlo». I problemi globali vanno affrontati partendo da quelli locali. «Credo che il segreto per il futuro sia il non avere bisogno di grandi soluzioni. Abbiamo problemi molto specifici e bisogno di piccole soluzioni».
È fiero di un grande merito che si può attribuire al suo lavoro con Wikileaks. «Il dibattito sulla trasparenza, su cosa sia giusto tenere segreto e quello che deve essere pubblico, ora è un dibattito condotto in ogni parte del mondo». Un motivo di orgoglio per chi come lui fa parte del Chaos Computer Club, organizzazione tedesca di hacker etici. A breve sarà disponibile in Germania un libro sulla sua esperienza con Wikileaks ed è online da alcune ore un nuovo sito web per divulgare conoscenza, Openleaks. Non pubblicherà i documenti riservati, ma fornirà lo strumento per divulgare le informazioni. «Chiunque potrà fare l'upload di un documento usando la nostra tecnologia. Il giornalista prenderà quel documento dal sito web e potrà scrivere una storia di finanza e corruzione, per esempio. Con Openleaks noi forniamo solo la tecnologia che renderà anonima la fonte. Così come chiunque può stampare un documento riservato e inviarlo in una busta anonima di carta, noi gli daremo la possibilità di inviare, in maniera anonima, quella busta in formato virtuale».