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L'Europa dell'Est guida la diffusione della fibra ottica. Lituania al primo posto, Italia 17esima. Grafici

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Questo articolo è stato pubblicato il 09 febbraio 2011 alle ore 18:32.

Il mercato europeo della fibra ottica negli ultimi sei mesi del 2010 è cresciuto del 18%, totalizzando otto milioni e 265mila abbonati. Di questi ben 4,2 milioni sono in Russia. E da qui al 2015 è attesa un'espansione imponente che porterà gli utenti a quota 32 milioni e 600mila.

"Negli anni scorsi la crescita della banda larga in Europa è stata trainata soprattutto dai paesi dell'est e dalla Russia. Il motivo è semplice. Nei paesi più avanzati gli operatori incumbent hanno preferito investire sulle reti già esistenti, migliorando la velocità di connessione e di trasferimento dati del vecchio doppino di rame. Invece, nell'est Europa in molti casi si sono dovute rifare ex novo infrastrutture obsolete e, complice la necessità di ripartire da zero, si è deciso di puntare sulla fibra", spiega a Sole24Ore.com Chris Holden, presidente del FTTH Council Europe, a margine dei lavori della FTTH Conference in programma a Milano il 9 e il 10 febbraio.

Il paese con la più alta diffusione della fibra ottica è la Lituania con una penetrazione pari al 22,6% sul totale delle abitazioni. Seguono Svezia (13,6%), Norvegia (13,6%), Slovenia (12,2%), Slovacchia (9,2%) e Russia (7,5%). L'Italia, con 346mila abbonati a dicembre 2010, è 17esima in Europa con una penetrazione dell'1,5%. Ancora, la Russia guida la classifica degli abbonati del 2010 con 865mila nuovi utenti, seguita dal Portogallo (107.500), dalla Turchia (99.400) e dalla Francia (97.400).

"Tuttavia, gli obiettivi fissati dalla Commissione Ue, in base ai quali entro il 2020 il 100% degli europei dovranno accedere a internet con una velocità di almeno 30 Megabit al secondo e il 50% dovranno beneficiare di connessioni da 100 Mbps, hanno riacceso il dibattito sulla fibra ottica presso i governi e gli operatori. E' sempre più evidente che Germania, Spagna e Gran Bretagna hanno bisogno di dare un nuovo impulso agli investimenti in fibra", continua Holden. Esaminando più da vicino la situazione del nostro Paese, va ricordato il memorandum siglato nel novembre scorso tra il ministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani e i principali operatori di tlc.

L'intesa porterà alla creazione di una newco a guida pubblica, a cui parteciperanno lo Stato tramite la Cassa depositi e prestiti e le società tlc, che di qui al 2020 si occuperà di creare le infrastrutture passive di rete (scavi e posa della fibra spenta) necessarie a raggiungere i target stabiliti dall'Unione Europea. L'investimento previsto è pari a otto miliardi di euro. Inoltre, Telecom Italia ha annunciato che porterà la fibra ottica in 138 città entro il 2018, mentre Fastweb, Vodafone e Wind hanno lanciato l'iniziativa "Fibra per l'Italia" che si propone di garantire connessioni in fibra a 20 milioni di residenti entro il 2015.

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Se si guardano gli scenari globali si vede che l'Europa è ben lontana dal detenere una posizione di leadership nel campo della fibra ottica. Infatti, se circa 8,3 milioni di abbonati (includendo i 4,2 della Russia) possono essere paragonati agli 8,8 del Nord America, paiono poca cosa a confronto dei 45 milioni di utenti del continente asiatico. In testa alla graduatoria mondiale c'è la Corea del Sud con circa il 53% di connessioni in fibra ottica sul totale delle abitazioni. Al secondo e al terzo posto, nettamente staccati, il Giappone (oltre il 35%) e Hong Kong. Gli Stati Uniti sono 11esimi, appena davanti alla Russia, la Cina 21esima e l'Italia 25esima.

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