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Questo articolo è stato pubblicato il 10 febbraio 2011 alle ore 14:47.
Un'applicazione che non deve essere installata, opera nel browser e si appoggia a internet per funzionare. Distribuita attraverso una rete. In ambito aziendale, il concetto si può evolvere in una piattaforma chiusa che sfrutta l'intranet per realizzare le web app. In entrambi i casi la tecnologia cloud è il vero cuore pulsante. A cui si affiancano il moltiplicarsi degli accessi a banda larga, soprattutto in mobilità, il potenziarsi delle prestazioni degli smartphone e il diffondersi di dispositivi mobili (tablet e Pc bonsai). Tutti fattori che hanno portato a un'esplosione delle applicazioni basate su internet.
Per esempio Google Documents: una suite di produttività che è pronta a fare concorrenza all'alter ego "installato" Microsoft Office; tant'è che Microsoft si è affrettata a mettere i suoi celebri software online, accessibili dal browser e gli addetti ai lavori vedono nel browser la naturale destinazione di Office. Ipotesi, che però lasciano intendere l'importanza delle web app. Le quali a loro volta facilitano, e di molto, la vita a utenti e sviluppatori. Questi ultimi si svincolano non solo dal sistema operativo ma anche dal tipo di dispositivo. Con pochi, semplici, adattamenti i software possono funzionare all'interno di qualsiasi browser. Ma anche questo vincolo può essere rimosso, perché esistono alcune piattaforme, per esempio Google Gears, che permettono di rendere locali i programmi remoti, così che possano funzionare, seppure con un limitato insieme di funzioni, anche in assenza di collegamento. Uno scenario tutt'altro che futuro: è il presente. Anche perché i dispositivi sui quali questo genere di approccio si espanderà a macchia d'olio sono gli smartphone e i tablet.
L'approccio a web app ha già dimostrato di essere polivalente e di superare le barriere imposte dai produttori. Il caso di Google Voice ne é un esempio: tolto dall'App Store del l'iPhone, ha continuato a funzionare come applicazione web, per poi tornare nel negozio Apple. Proprio gli application store potrebbero sentire in modo pronunciato il diffondersi di questo genere di software. Sì, perché a oggi questi cataloghi operano come giardini recitanti: ogni sistema operativo ha il suo. Ci sono gli store per Mac Os x, iPhone, Android, Windows Phone 7, Symbian, Intel, Chrome, Firefox e così via. Tutti appoggiati alla piattaforma di riferimento. Le web app scardinano questo modello basandosi su linguaggi come Html5 e Java. Le potenzialità sono immense: si scrive una volta sola il software per qualsiasi telefonino o tablet. Il gioco è fatto. Non c'è nemmeno bisogno di aggiornare periodicamente l'applicativo perché è a carico del fornitore del servizio il compito di tenerlo sempre allo stato dell'arte e aggiungere i servizi aggiuntivi che servono.