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Tecnologie Social Network

LA RETE DENTRO LA rete

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Questo articolo è stato pubblicato il 10 febbraio 2011 alle ore 06:48.

E ALESSANDRO CALIANDRO
Può l'antropologia aiutare la ricerca sociale sul web? In che maniera gli strumenti consolidati della sociologia e del marketing si applicano all'iper-quotidianità del web? La nostra cara vecchia cassetta concettuale degli attrezzi va abbandonata o aggiornata ai tempi? Per rispondere a questa domanda è nato il Centro Studi di Etnografia Digitale.
Per la prima volta martedì scorso alla Social Media Week di Roma il Centro Studi di Etnografia Digitale si presenta al pubblico. Il gruppo di ricerca nasce sul finire del 2008 tra Milano, Urbino, Salerno e Copenhagen dall'iniziativa di un gruppo di marketer, esperti del web, antropologi, sociologi dei consumi, con l'obiettivo di studiare le nuove forme di vita culturale emergenti dalla Rete e nella società attraverso l'utilizzo strategico e capillare dei nuovi media. I nuovi media digitali, infatti, rendono visibili e accessibili quei pensieri, comunicazioni, emozioni e identità che prima rimanevano privati e nascosti, quindi inaccessibili all'indagine sociologica e di mercato.
Il centro studi usa metodologie qualitative e quantitative per arrivare a una comprensione più profonda di quelle identità, tribù e forme di vita che emergono dalla attuale società delle reti. Sebbene di vocazione multi-metodologica, il centro ha il suo punto di forza nell'applicazione del metodo netnografico. Citando l'antropologo Robert Kozinets la netnografia è un'etnografia adattata alla complessità del mondo sociale contemporaneo, ovvero un metodo di analisi antropologica per comprendere la vita al tempo della cultura tecnologicamente mediata.
Kozinets applica questo metodo d'indagine sia al campo della Consumer Culture Theory che a quello del Marketing Tribale, e così fa anche il Centro Studi, essendo la sociologia dei consumi e il marketing tribale parte integrante del background dei suoi fondatori. Il Centro utilizza questo stile di ricerca di matrice antropologica per comprendere come gli utenti della rete, organizzati in web tribe, utilizzino narrativamente Brand e prodotti per dare forma a nuovi mondi culturali, ovvero a modalità condivise di vedere il mondo e di vedersi nel mondo. Un esempio di applicazione del metodo netnografico è rappresentato dalla ricerca sulle Mamme 2.0 sempre presentata martedì alla Social Media Week. La web tribe delle mamme 2.0 costituisce un aggregato comunicativo che elegge a luogo privilegiato di interazione determinati spazi di Internet; si coagula attorno a discussioni relative a determinati brand/ prodotti per l'infanzia; si articola intorno a tematiche di discussione strettamente connesse ai brand/prodotti di cui tratta.

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Tags Correlati: Alessandro Caliandro | Alex Giordano | Internet | Robert Kozinets | Social Media Week

 

Questa tribù, per il semplice fatto di ingaggiare un quotidiano e continuo scambio comunicativo all'interno di spazi digitali strutturalmente aperti e collaborativi, arriva a definire i contorni di mondi culturali nuovi e alternativi. Le mamme 2.0, attraverso il loro incessante scambio di informazioni sui prodotti di puericultura, costruiscono un sapere esperto sulla maternità in cui sono le mamme stesse ad avere la prima e l'ultima parola sulla maternità.
Un risultato non di poco conto, se si pensa che, in generale le madri sono spesso oggetti della discussione sulla maternità più che soggetti, bombardate come sono da mariti, suocere, riviste di consigli, sedicenti esperti su ogni aspetto del loro essere madri. Chattando liberamente sui prodotti per l'infanzia, inoltre, le mamme 2.0 finiscono a parlare del proprio corpo, e riescono finalmente a rappresentarlo per come esso è davvero: un corpo ferito e distrutto dalla meccanica del parto; e in questa dinamica rappresentazionale è possibile leggere una simbolica resistenza contro il potere (medicina, mass media, famiglia) che su di esso impone i suoi discorsi. Benché il Centro Studi lavori con ViralBEat su decine di clienti per analisi di brand reputation managemnt, consumer insight, trend research edd architetture di enterprise 2.0 in senso lato, diventa quindi facile rendersi conto del perché il Centro Studi consideri la netnografia come uno strumento orientato al societing, più che al marketing. Societing significa prendere coscienza dell'elevata capacità di generare valore da parte dei pubblici della Rete, con ciò intendiamo, non solo la loro capacità di produrre informazioni, ma anche i legami socio-affettivi che li percorrono; sono questi ultimi infatti a rendere effettivamente possibile la circolazione delle informazioni in Rete. Insomma, le tribù dei consumatori creano valore, valore che in qualche modo bisogna redistribuire.
Ecco, la netnografia è sicuramente uno strumento che può aiutare in questo senso, in quanto ci rende immediatamente partecipi della produttività culturale di un determinata web tribe. Ed è proprio la netnografia che ci rende immediatamente partecipi della produttività culturale di un determinata web tribe. Tale produzione, infatti, è sì creata dai singoli utenti della Rete, ma non in maniera esplicita; essa è per definizione sovra-individuale, è il risultato collettivo di continui intrecci e sedimentazioni comunicazionali.
È esattamente nello scarto tra azione e coscienza dell'utente che deve inserirsi l'intervento netnografico: in quanto metodo che studia la Rete dall'interno della Rete, essa non può non porsi come mezzo privilegiato per veicolare alle popolazioni del web la consapevolezza nelle loro potenzialità e capacità di produzione culturale.
Attenzione, qui non si tratta di invocare un paternalistico risveglio delle coscienze: le coscienze dei pubblici della Rete sono già ben sveglie. Qui si tratta di fornire a queste coscienze una nuova prospettiva da cui guardare se stesse; ed è per questo che parliamo di re-distribuzione e non di distribuzione del valore attraverso la netnografia. Come primo passo per re-distribuire il valore creato dai pubblici online il Centro renderà aperti, consultabili e migliorabili tutti gli output dei progetti di ricerca in corso dal sito www.etnografiadigitale.it.
Alex Giordano e Alessandro Caliandro sono i fondatori del Centro Studi Etnografia Digitale
© RIPRODUZIONE RISERVATA

2... la netnografia è un'etnografia adattata alla complessità del mondo sociale contemporaneo Robert Kozinets, antropologo
22.489
Le conversazioni
Il Centro studi etnografia digitale ha condotto 22.489 conversazioni relative a Brand e prodotti per l'infanzia.
52%
Parole «mediate»
Il 52% delle comunicazioni intrafamiliari avviene per via "mediata", cioè tramite telefono, sms, Facebook e mail.

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