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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2011 alle ore 16:42.
Per Nokia la partnership con Microsoft è la via d'uscita da un angolo in cui è relegata da troppo tempo. I ritardi nella commercializzazione dei prodotti, una piattaforma (Symbian ^3) che non ha mai fatto scoccare la freccia di Cupido nel cuore degli utenti, un ecosistema che fa fatica a dare i frutti che altre piattaforme sembrano produrre con molta meno fatica, la mancanza di modelli top di gamma al pari del blasone degli attuali Android, BlackBerry e Apple. Insomma, una situazione ingarbugliata, che si è andata complicando nel corso del tempo da logiche spesso inesplicabili, ma che la società di Redmond tenta di sbrogliare in un sol colpo. Questa almeno la promessa implicita di Steve Ballmer: un impegno non solo nei confronti della controparte finlandese ma soprattutto per Microsoft stessa. Sì, perché finora l'attenzione è stata tutta concentrata sulle opportunità e i cambiamenti relativi alla società di Espoo, pronta a mollare da un giorno all'altro la tanto coccolata piattaforma Symbian per quella che era fino a poco tempo fa un competitor; una mossa che in Internet dai fedelissimi è stata definita una sorta di tradimento.
Ma la dote che porta Microsoft è di quelle che confermano come alla base di questo matrimonio ci siano forti interessi più che amore. Le due aziende non possono sopravvivere nel mercato dei telefonini: devono tornare a essere leader, maschi alfa da prendere come riferimento. Nokia ha un combito difficile, Microsoft ancora di più. Perché la comunione di intenti vada a buon fine, deve scendere a compromessi. E che compromessi! Innanzi tutto deve assicurare alla controparte europea di mettere mano all'interfaccia, oggi uno degli aspetti più rigidi di Windows Phone 7. Un punto focale nella strategia: "sette" è blindato perché così si semplifica la vita agli utenti e agli sviluppatori in fatto di compatibilità e qualità del prodotto. Bene, Nokia ha fatto la sua fortuna sullo studio dei menu e sulla superlativa ergonomia dei suoi dispositivi. Phone 7 deve aprirsi a queste esigenze; difficile che l'azienda finlandese lo usi così com'è. Ovvio sperare in un sistema operativo tutto diverso da quello attuale, perché è lecito attendersi una profonda impronta di personalizzazione da parte di Nokia.
Come la prenderanno i produttori che finora hanno scommesso su WP7 digerendo un'interfaccia identica per tutti? Impossibile pronosticare una risposta, manca un dato fondamentale: il giro di dollari (supponiamo enorme) che sta dietro alla neonata collaborazione. Rinunciando a un po' del suo approccio monolitico, quindi demandando a Nokia il compito di far maturare rapidamente la piattaforma senza introdurre paletti troppo rigorosi, Microsoft ha tutto da guadagnarci. Innanzi tutto perché ha l'opportunità di spostare il sistema operativo dalla sola fascia alta del mercato a quella più abbordabile sotto i 300 euro. Anche in questo caso i vincoli sulle specifiche hardware (display da almeno 3,7 pollici, processore da 1 GHz, memoria da 8 GB e un corredo full optional di connessioni) dovranno essere rivisti al ribasso perché non permettono device dal prezzo aggressivo. Microsoft dovrà fidarsi dell'esperienza di Nokia per ottimizzare ulteriormente l'Os. E anche per fare le aggiunte che mancano, a iniziare dal software di navigazione Gps. Con Ovi Mappe per Windows Phone 7 si apre una nuova era: poter contare sul migliore software di navigazione per smartphone è un bel plus per la neonata piattaforma. E farebbe dimenticare, molto velocemente, le pecche di Windows Mobile.