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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2011 alle ore 07:40.

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Dick Costolo, fondatore e CEO di Twitter (Reuters)Dick Costolo, fondatore e CEO di Twitter (Reuters)

BARCELLONA. «Vogliamo che Twitter sia come l'acqua: quando faccio la doccia non mi devo preoccupare di nulla, apro il rubinetto e scende». Il ceo di Twitter, Dick Costolo, spiega alla platea che riempie la sala che l'obiettivo del social network è «connettere in tempo reale le persone, da ogni parte del mondo, a ciò che più gli interessa in quel momento». Dalla prima all'ultima fila della sala tutti chini su smartphone, tablet e notebook a fare la cronaca istantanea («mandatemi pure domande, il mio profilo è questo»).

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Quella a cui non risponde è sul modello di business. «Ogni volta mi chiedono se facciamo soldi. La risposta più breve è: sì, li stiamo già facendo». Costolo non dà dettagli, non dice se si parla di utili o ricavi, non entra nel merito delle voci che parlano di un interesse alla società da parte di Google e Facebook. Al momento la priorità è «fare in modo che il servizio si presenti allo stesso modo su tutte le piattaforme». Sempre uguale, come l'acqua. Il 40% dei messaggi viene spedito da dispositivi mobili. Il 50% degli utenti usa Twitter su diverse piattaforme in base ai momenti della giornata (telefono, tablet, pc). Per questo è importante rendere l'esperienza "uniforme".

«Twitter sta crescendo a una velocità impressionante – continua –. Durante il Super Bowl, settimana scorsa, abbiamo avuto 4mila messaggi al secondo, mentre nel 2008 erano 27». Ogni giorno il sito è inondato da 130 milioni di tweets. Il ceo ha annunciato che presto verrà introdotto un servizio di traduzione a partire dal russo, l'indonesiano, il turco e successivamente il portoghese.

Spiega il rapporto tra messaggio e significato con alcuni esempi: i messaggi per organizzare i soccorsi dopo il terremoto di Haiti, la foto della piazza di Madrid che festeggia la vittoria dei mondiali postata dal nazionale Puyol, quella dell'aereo sul fiume Hudson a pochi minuti dall'atterraggio di emergenza messa online da una soccorritrice. Infine la casa automobilistica Audi, che durante il superbowl ha lanciato un contest su Twitter (da giovedì, in edicola con Il Sole 24 Ore, continua la serie "Fare business con i social network" con il secondo volume, dedicato proprio a Twitter. Fino a domani, invece, i lettori potranno trovare il libro d'esordio, incentrato su Facebook).

«Da tempo si dice che occorre un secondo schermo per rendere interattiva la tv. L'abbiamo trovato: è Twitter» afferma. Gli eventi di massa (show televisivi, appuntamenti sportivi, grandi celebrazioni) registrano il picco di partecipazione. Costolo parla in maniera semplice, senza fronzoli: «Vogliamo essere istantanei, semplici e sempre presenti».

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