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Il gran ballo delle tavolette: ecco chi (e come) sfiderà Apple. Anche in Italia

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Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2011 alle ore 11:28.

BARCELLONA - Alcune stime dicono che la domanda di tablet nel 2011, per quanto riguarda il mercato italiano, arriverà a sfiorare il milione di pezzi, mentre su scala globale i volumi di vendita sono stimati fra i 50 e 60 milioni. Per alcuni addetti ai lavori quella relativa all'Italia è una cifra parecchio ottimistica, per altri un numero che potrebbe rivelarsi (presto) sotto stimato.

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Le variabili che determineranno le esatte dimensioni di questo mercato sono tante. Fra queste, due sembrano essere le più importanti, in relazione a quanto si è visto e sentito (direttamente dai produttori) al Mobile World Congress: effettivo gradimento e conseguente propensione all'acquisto da parte dell'utenza (sia consumer che business), disponibilità dei dispositivi nei negozi, capacità (del vendor e dell'operatore mobile) di mettere a punto un pacchetto appetibile per il mass market.

Il fattore prezzo, in altre parole, giocherà un ruolo importante anche in questo segmento (si pensi a quanto successo con i netbook due anni fa e con gli stessi smartphone) e da Barcellona è emerso in tal senso un fatto a sorpresa. Le novità sfilate in anteprima europea – il PlayBook di Rim, lo Xoom di Motorola, il Touch Pad di Hp – ma anche i nuovi nati in casa Samsung e Lg non hanno ancora un prezzo di listino ufficiale ma stando a quanto si è saputo non costeranno molto meno dell'iPad di Apple, oggetto tacciato di essere troppo caro e ora in procinto di lasciare spazio (entro marzo) al tablet di seconda generazione della Mela. La battaglia nelle tavolette è concentrata soprattutto in chiave applicazioni e servizi: chi prevale in quantità e qualità ha le maggiori chances di primeggiare. Ma se viene meno, alla concorrenza, il fattore prezzo per la società della Mela sarà probabilmente più agevole tenersi stretto lo scettro di un business che al momento la vede catturare (su scala mondiale) il 75% della domanda.

Come pensano di attaccare il mercato i principali vendor entrati nell'arena delle tavolette? Wp Hong, Head of Product Strategy della divisione Mobile Communications Business di Samsung, ha confermato al Mobile Congress come il nuovo Galaxy Tab da 10,1 pollici con Android 3.0 Honeycomb troverà presto compagnia – molti indizi lasciano pensare che il prossimo rilascio, entro l'estate, riguardi un prodotto con schermo da 8,9 pollici – e come la strategia sia quella di "puntare su un prezzo giusto rispetto ai costi dei prodotti concorrenti". In attesa di un ampliamento ulteriore di gamma che, parola di Hong, potrebbe registrare tablet con Windows o Chrome Os (su questi progetti ci lavora la divisione It del produttore), con capacità 3D e dotati di connettività 4G (il primo modello Lte del Galaxy verrà annunciato entro l'estate negli Usa). La versione attualmente in commercio da sette pollici costa 699 euro, quella in arrivo verso maggio e destinata all'open market (inizialmente il prodotto sarà venduto in esclusiva da Vodafone) sarà a listino, stando alle prime indiscrezioni, fra gli 800 e i 900 euro: sarà il prezzo giusto? Lo dirà il mercato. Samsung in Italia ha venduto circa 80mila tavolette da ottobre a tutto gennaio e non sono poche, ma ora ci si attende il salto di qualità, partendo da un presupposto: "il tablet - ha spiegato al Sole24ore.com il vicepresidente della divisione It e Tlc di Samsung in Italia, Carlo Barlocco - è un prodotto avanzato e non da battaglia. Non tutti i device Android sono uguali, sotto il profilo delle funzionalità, e non credo che i prodotti di fascia bassa possano trainare la domanda".

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Una visione non troppo diversa da quella espressa da Rim per promuovere il suo PlayBook (di cui non trapelano ancora i costi che ne accompagneranno il debutto in Europa) con il relativo corredo dei servizi business targati BlackBerry e delle apps da scaricare dal negozio virtuale. A Barcellona ha parlato di tablet anche Sanjay Jha, chairman e Ceo della divisione Motorola Mobility: lo Xoom, anch'esso un device Android 3.0 (Honeycomb) e con processore dual core nel motore, sarà distribuito da Verizon negli Stati Uniti a circa 800 dollari e per giustificarne il costo non certo economico Jha l'ha definito "l'unico tablet al momento in commercio capace di garantire un'esperienza paragonabile a quella dell'iPad". Un suo pregio è quello che potrà operare sulle reti 4G ma arrivando in Italia – il debutto è previsto per i prossimi mesi – questo è un plus, almeno per il momento, su cui Motorola non potrà fare affidamento.

Al ruolo di sfidanti di Apple si candidano naturalmente, anche se con obiettivi e prodotti fra loro diversi, i produttori asiatici. Lg mette sul piatto con Optimus Pad una tavoletta Android 3.0 che rispetto alla concorrenza punta subito su un "form factor" intermedio - lo schermo è da 8.9 pollici in formato 15:9 - ma punta sulla prestazioni grafiche e multimediali, garantite dalla Cpu dual core (i Tegra 2 di Nvidia) e dalla doppia fotocamera con capacità di registrazione video in 3D. In Italia lo vedremo a partire da aprile, con costi per il momento ancora tenuti segreti. Top secret anche i prezzi dell'Htc Flyer, altra variazione sul tema in fatto di tablet Android, in arrivo sul mercato entro giugno. Ultracompatto con il suo schermo da sette pollici, si caratterizza per la doppia possibilità d'uso, al tocco o tramite stilo. Una sorta di ritorno all'antico contrassegnato però da tecnologie all'avanguardia - come la connettività Hspa+, l'interfaccia Sense appositamente rivisitata in chiave tablet e l'home screen 3D – e con un'anima professionale legata proprio alle avanzate capacità di prendere appunti in formato digitale.

Delle tavolette si parla sempre più spesso anche come strumento ideale per il business, se ben corredato da soluzioni e applicazioni espressamente pensate per le imprese. A Barcellona è emerso chiaramente come i prodotti Android non possano essere tutti uguali, per capacità operative e di integrazione con il mondo dei sistemi aziendali e la differenza la fa l'ingegnerizzazione della piattaforma effettuata da ogni singolo produttore. L'esempio più evidente arriva da Samsung: sul nuovo Galaxy da 10 pollici la casa coreana porterà tutte le applicazioni (Crm, sales force automation e altre sviluppate in collaborazione con system integrator e terze parti) già testate con successo a bordo della tavoletta da sette pollici e a queste aggiungerà quelle che verranno rese disponibili per il nuovo smartphone Galaxy II. E cioè soluzioni di sicurezza e di device management, servizi di video e di comunicazione unificata oggetto di "porting" su Android che faranno pendant con le applicazioni presenti nell'Android Market e con quelle ospitate nel Samsung Application Store. In buona sostanza un ecosistema in stile Apple. In Italia, però, la sola qualità del pacchetto (terminale, apps, servizi e via dicendo) offerto potrebbe non essere sufficiente: il fattore economico avrà il suo peso e in tal senso entrano sicuramente in gioco gli operatori telco, che "rischiano" di vestire i panni di veri arbitri della partita.