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Questo articolo è stato pubblicato il 16 febbraio 2011 alle ore 17:49.

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BARCELLONA - Nel 2014 il numero di abbonati ai servizi mobili distribuiti tramite reti Lte (Long Term Evolution) sarà nel mondo nove volte superiore a quello di coloro che utilizzeranno le connessioni a banda larga wireless Wimax. Il rapporto di forza prossimo venturo fra le due tecnologie a banda larghissima è in queste due cifre: 303,1 milioni (di utenti) contro 33,4 milioni. Lo dicono gli analisti di Ihs iSuppli, che predicono il sorpasso dei network 4G sin dal 2012. La realtà, oggi, è infatti un'altra: l'ago della bilancia pende ancora a favore del Wimax, i cui abbonati dovrebbero sfiorare quest'anno il tetto dei 15 milioni (in forte crescita rispetto ai 6,8 milioni del 2010) mentre gli utenti globali dell'Lte saliranno nel 2011 a 10,4 milioni (erano solo 700mila l'anno passato).

Le reti mobili di quarta generazione sono dunque destinate a vincere la gara con quelle ultra broadband senza fili e questo grazie al fatto che la maggior parte dei grandi operatori mobili, da At&t e Verizon Wireless negli Stati Uniti a Vodafone e TeliaSonera in Europa, ha scommesso sull'Lte. Ma ci vorrà ancora un po' di tempo affinché diventi un fenomeno di massa. E lo dice un dato ufficialmente reso pubblico da Wireless Intelligence al Mobile Congress, secondo cui le reti Lte copriranno il 4% di tutte le connessioni mobili nel 2015 e precisamente saranno circa 300 milioni, rispetto al milione che verrà toccato entro il primo semestre di quest'anno. In buona sostanza, le reti e i servizi 4G, sono oggi ancora in una fase embrionale e conosceranno l'aspettato boom solo nel medio termine.

A Barcellona c'è stato comunque chi, come il Ceo di Nokia Siemens Networks Rajeev Suri, ha rimarcato un preciso concetto: la tecnologia Lte sarà un grande driver dell'industria telco già nei prossimi dodici mesi. Una tesi supportata dall'annuncio che vede il gotha degli operatori –fra cui China Mobile, l'indiana Bharti Airtel e la giapponese Softbank - volersi impegnare per supportare e promuovere la convergenza fra i due standard Lte, Time Division Duplex e Frequency Division Duplex. La Global TD-LTE Initiative (GTI), questo l'obiettivo, dovrà definire i parametri di un ecosistema a cui i carrier dovranno riferirsi per generare quelle economie di scala necessarie per lo sviluppo planetario delle reti mobili di quarta generazione. Si tratta ora di capire quando prototipi (funzionanti) come quello messo in mostra dalla cinese Zte – un apparato Lte-A Comp (Coordinated Multipoint Transmission) capace di toccare la velocità di picco di un Gigabit in downstream – troveranno effettivamente posto nelle infrastrutture degli operatori, una volta che si renderanno disponibili (a partire dal 2012) sul mercato.

La migrazione alla nuova tecnologia è quindi già partita e registrerà velocità sempre più marcate soprattutto nella regione Asia Pacifico, accreditata dagli analisti di settore come il bacino più florido (con un'incidenza superiore al 40% su base globale) per le connessioni Lte a partire dal 2012 in avanti. Cina, Giappone e Corea del Sud sono i Paesi che contribuiranno maggiormente alla diffusione delle reti mobili di quarta generazione ma non va dimenticato come, nel 2015, gli utenti che usufruiranno dei servizi 4G saranno comunque ancora una minoranza rispetto al totale: uno su cinque in Giappone, uno su sei in Corea e cinque su 100 in Cina. Il boom vero e proprio dell'Lte è quindi ancora da venire e secondo gli analisti si materializzerà più velocemente in quei mercati dove il broadband mobile è fra le priorità dell'agenda di governo (in termini di piani regolatori favorevoli per quanto riguarda l'utilizzo dello spettro di frequenze disponibili). Non di meno, la domanda si impennerà quando inizieranno a rendersi disponibili in volumi, nel corso del 2012, i servizi Voice over Lte e i terminali (qualche smartphone lo si è visto anche a Barcellona) compatibili con il nuovo standard.

Per ciò che concerne la penetrazione geografica delle reti 4G, che vede come detto l'Asia diventare prossimamente il principale mercato di riferimento, il discorso è noto: Nord America ed Europa Occidentale sono partite prima (nel 2010 il 70% delle connessioni Lte è stato attivato in queste due aree) ma hanno rallentato le operazioni di "deployment" per via dei costi di realizzazione e di gestione delle nuove infrastrutture e in relazione all'evoluzione tecnologica delle attuali reti 3G. Sempre da Wireless Intelligence è stato diffuso un dato che confermerebbe la forte crescita nel 2010 delle connessioni a banda larga mobili su rete Hspa, arrivate a superare quota 400 milioni grazie a una media di circa 17 milioni di nuove connessioni ogni mese. Su questa tecnologia, del resto, i fornitori di infrastruttura stanno lavorando intensamente per assicurare agli operatori quelle capacità di banda necessarie per soddisfare l'esponenziale crescita di traffico legato al download di applicazioni da smartphone e tablet. A Barcellona, a tal proposito, Ericsson ha dato prova pubblica di come una rete Hspa multi-carrier possa raggiungere una velocità di 168Mbps in downlink e di 24Mbps in uplink. Meno performante, ma oggetto di implementazione su rete commerciale già durante il 2011, la rete Hspa dual-carrier a 84Mbps, una capacità doppia rispetto a quella (massima) oggi offerta dagli operatori agli utenti finali. L'Lte, insomma, può aspettare tranquillamente il suo turno.

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