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Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2011 alle ore 10:29.

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C'èchilaconsiderala nuova Rivoluzione industriale, in grado di modificare l'intero paradigma dell'informatica attuale. Se sarà così lo verificheremo, probabilmente, solo in seguito. Ma è certo che il cloud computing è la novità più concreta degli ultimi anni nell'It e sta già rivoluzionando il modo di concepire e di consumare i servizi. In questi ultimi giorni ha preso la forma della nuova musica di Amazon: la libreria online "regala" 5 Gb (20 Gb a pagamento) per le canzoni acquistate: ci si connette e le possiamo sentire in qualsiasi momento, senza fare i conti con la memoria dello smartphone. E tra pochi mesi Google dovrebbe presentare la sua nuova scommessa, un notebook senza hard disk: tutto diventa accessibile via web, dai programmi ai servizi, secondo il modello on-demand. E cosa sono le web apps, evoluzione di quelle che scarichiamo sullo smartphone o sul pc? Software che sono resi disponibili mediante il browser, senza doverle neanche installare. Tutto con una connessione!

Il concetto di nuvola non è nuovo. Magari senza saperlo ognuno di noi utilizza già il cloud sotto le forme più diverse. L'idea di base è semplice: dati, software e servizi possono essere separati dal server aziendale, dal pc di casa o dallo smartphone aziendale per essere depositati all'esterno, in enormi datacenter appositi, accessibili via internet, rappresentata come una nuvola. Ecco perché si parla di cloud. «Con il cloud computing assistiamo alla trasformazione da un mondo It guidato dai prodotti a un mondo di servizi simile alle utility», commenta Simon Wardley, ricercatore del Leading Edge Forum.

Ora il nuovo paradigma entra in una fase più matura. La realtà più sfruttata oggi dalle aziende è l'Infrastructure as a service, quello sostanzialmente dello storage, accompagnata dal Platform as a service, legato a piattaforme che fanno girare interi servizi: sistemi che hanno il grosso vantaggio di fornire in primo luogo riduzione dei costi e flessibilità, fattori determinanti per le aziende in periodi di crisi (risparmi stimati sul 40% per l'infrastruttura e 30% sull'applicativo), ma che hanno però bisogno di tempi lunghi di implementazione. Il cloud si presenta come una priorità tecnologica per le aziende, anche in Italia, «ma senza una strategia precisa diventa inutile, se non dannosa» afferma Peter Sondergaard, senior vicepresident research di Gartner. Adesso che, dopo i tagli degli ultimi due anni, i budget It delle imprese sembrano aver ritrovato quantomeno stabilità, si richiede che questi investimenti siano più redditizi: «Il cloud – prosegue l'analista di Gartner – può garantire un sostegno all'innovazione e alla differenziazione delle aziende, agendo nella fascia alta dei servizi».

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