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Perù, nella terra degli Inca

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Perù, nella terra degli Inca

  • – di Francesca Pace

Da un lato, i suoi paesaggi spettacolari, tra terre desertiche della costa, lungo l'Oceano Pacifico, le imponenti cime della Cordigliera delle Ande e foreste selvagge e impenetrabili, in gran parte disabitate. Dall'altro, le tracce della civiltà Inca, preziose testimonianze del più grande impero precolombiano, in parte ancora avvolto dal mistero. Un mix che da sempre fanno del Perù una delle mete più affascinanti del Pianeta, a cui si aggiunge l'ospitalità dei suoi abitanti, discendenti di questo antico popolo, grazie ai quali sopravvivono usanze e riti di un mondo perduto.
Ecco, allora, i luoghi da non perdere per andare alla scoperta dell'antica civiltà degli Inca. Protagonisti anche di una nuova puntata di Viaggiare24 dedicata al Perù, in streaming su 24ore.tv.

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Lasciata Lima, la capitale, si percorre la strada Panamericana sud, che corre lungo la costa, stretta tra le Ande e l'Oceano. E si entra nella regione di Ica, un lembo di terra prevalentemente desertico e caldo ad eccezione della Riserva naturale di Paracas, un'area protetta ricca di flora e fauna. Da qui partono anche le barche per le escursioni alle isole Ballestas, dette le piccole Galapagos. Si tratta, infatti, di un arcipelago di piccoli isolotti popolato da pellicani, cormorani, pinguini di Humboltd e leoni marini. Durante la navigazione, guardando verso la costa, si ha l'occasione di vedere l'impressionante Candelabro di Paracas, un imponente geoglifo tracciato sulle pendici di un monte. E' solo una piccola anteprima di ciò che gli Inca hanno realizzato nella loro terra. Ripresa la strada, infatti, si raggiunge Nazca, famosa per le cosiddette Linee, il cui significato rimane ancora oggi avvolto nel mistero. Si tratta di oltre 800 geoglifi tracciati nella terreno arido che, grazie alle poche precipitazioni, sono giunti fino a noi. A causa delle grandi dimensioni di queste immagini, l'unico modo per ammirarle è dall'alto a bordo di un aereo. Ma Nazca è nota anche per il suo clima caldo e secco e per questo chiamata la città dell'eterna estate. Un aspetto ben noto fin dai tempi antichi e che l'omonima civiltà (che visse tra il II secolo a. C. il VII d. C.) risolse con la costruzione di imponenti acquedotti per assicurare l'approvvigionamento idrico alla città e ai campi circostanti, permettendo la coltivazione di cotone, fagioli e patate. Un' opera di ingegneria che contava su una rete di circa 30 acquedotti di cui alcuni sono ancora oggi in funzione.

Lasciando la Panamericana e procedendo verso l'interno del Perù, si raggiunge Arequipa, situata a 2300 metri s.l.m. ai piedi del vulcano Misti. La città venne fondata dagli spagnoli nel 1540 che la scelsero grazie al suo clima piacevole e mite. Seconda città più popolosa del Paese, è una tipica città coloniale, con strade a scacchiera e caratterizzata da edifici costruiti con una pietra chiara e, per questo, chiamata la città bianca. Dichiarata nel 2000 Patrimonio dell'Unesco, è una città raffinata ed elegante, dove si possono ammirare il Monastero di Santa Catalina, la Cattedrale e la Plaza del las Armas, una delle più belle del Perù. Arequipa è anche il punto di partenza per una visita al Canyon del Colca, il secondo più profondo del mondo dopo quello di Cotahuasi, sempre in Perù. Si tratta di un'immensa valle circondata da terrazzamenti del periodo precolombiano attraversata da un fiume che scorre a una profondità di 3140 metri. Uno scenario mozzafiato che si raggiunge dopo aver attraversato tipici villaggi andini e dove, con un po' di fortuna, si può vedere il maestoso Condor, oltre ad aquile, colibrì giganti e oche selvatiche.
Il viaggio prosegue in quota fino a raggiungere Puno, situata a 3820 metri s.l.m. e affacciata sulle acque del Titicaca, il lago navigabile più alto del mondo. E' la culla della civiltà Inca dove, secondo la leggenda, da queste acque nacque Manco Capac, il primo Inca figlio del dio Sole. Un luogo magico, in cui il tempo sembra essersi fermato, popolato ancora oggi dai discendenti degli aymara e quechua, precedenti degli Inca, e che vivono secondo le tradizioni di allora, rinomata per la varietà e il colorito folklore. Circondati dalla magnificenza di una natura spettacolare, dove sullo specchio d'acqua del lago spuntano le isole galleggianti degli Uros, costruite con enormi spessori in canna di bambù, e la bellissima isola di Taquile.

Dalle origini della civiltà Inca, si raggiunge Cusco, la capitale dell'antico Impero e il cui nome, in lingua quechua, significa ombelico del mondo. Ancora oggi si può comprendere la grandiosità di un tempo, grazie ai numerosi reperti archeologici, ai templi e palazzi che si affacciano sulle sue strette strade che si affiancano alla cattedrale, una delle più imponenti di tutto il Sudamerica e al gran numero di conventi e monasteri di epoca coloniale. Altre rovine inca si trovano anche fuori dalla città, tra cui Sacsayhuaman, centro dell'Inti Raymi, la festa del Sole la cerimonia religiosa più importante del mondo inca, che si svolge il 24 giugno di ogni anno in concomitanza del solstizio d'inverno dell'emisfero australe, tra danze e processioni.
Cusco è, inoltre, anche la porta d'ingresso di uno dei siti archeologici più famosi del mondo: la cittadella di Machu Picchu, Patrimonio dell'Umanità e una delle Sette meraviglie del mondo. Il sito, edificato tra imponenti montagne e profondi canyon di difficile accesso, rimase sconosciuto ai conquistadores e fu scoperto solo un secolo fa. Circondato da terrazzamenti che seguono il pendio della montagna, il luogo è ricco di edifici religiosi, come il Tempio del Sole e della Luna, il Tempio del Condor, il complesso delle Tre Finestre e la pietra Intihuatana, uno degli oggetti più studiati di Machu Picchu, che si pensa fosse una sorta di meridiana. Uno dei tanti enigmi lasciati da questa antica civiltà e che, per l'elevato livello di conoscenze, riesce ancora a stupire e ad affascinare a distanza di secoli.

29 maggio 2014

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