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Questo articolo è stato pubblicato il 27 dicembre 2013 alle ore 06:46.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 11:15.
L'autostrada biellese svanisce dopo 40 anni d'attesa. O quasi. Per far uscire Biella dall'isolamento mancano 50 milioni: usciti dalla legge di Stabilità per mancanza di copertura finanziaria, potrebbero rientrare dalla finestra grazie con il decreto infrastrutture.
L'idea del "peduncolo" con la A4 Torino-Milano risale agli anni 70: alle imprese tessili (all'epoca 1.870, per 40mila addetti) serve un collegamento veloce con le grandi vie di comunicazione.
Nel 2008 l'accordo di programma in regione per l'opera da 565 milioni, di cui 200 di risorse pubbliche. Ma a novembre 2013 la doccia fredda. Satap, capofila del raggruppamento di cui fanno parte anche Impregilo, Ativa, Mattioda, dà forfait: la crisi e i flussi di traffico non giustificano più l'investimento. Il peduncolo faceva parte della Pedemontana destinata a collegarsi con la A26 e di lì proseguire in Lombardia e Veneto.
L'alternativa d'emergenza pensata dalla Regione, con il vicepresidente e assessore al Bilancio Gilberto Pichetto, è allora di limitarsi al tratto Biella- A26. Per coprirlo servono 250 milioni. Ne mancano 50, ma l'emendamento alla legge di Stabilità presentato dal senatore Gianluca Susta (Scelta civica) e sostenuto dalla senatrice Nicoletta Favero (Pd), non arriva al traguardo. «Il governo – dice Susta – conosce l'importanza dell'opera. Ora puntiamo a un Odg nel decreto Infrastrutture di febbraio». Intanto, le aziende biellesi del tessile-abbigliamento sono diventate 766.