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Questo articolo è stato pubblicato il 19 aprile 2014 alle ore 08:12.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 15:13.

I lavoratori della Lucchini approvano a larga maggioranza il ricorso ai contratti di solidarietà per gestire i contraccolpi dello spegnimento dell'altoforno. Poco più di 300 i partecipanti al voto: l'ammortizzatore è stato approvato dal 97%.

Nelle scorse settimane erano emersi problemi di natura tecnica legati alla difficoltà di rispettare il limite massimo di legge del 60% per la riduzione dell'orario (problematico soprattutto per i lavorati dell'area a caldo che nei prossimi giorni si troveranno nella migliore delle ipotesi a non fare più di 8 ore di lavoro al mese, secondo indiscrezioni). L'intesa, raggiunta giovedì sera a Roma, supera queste pregiudiziali e prevede la solidarietà per tutti i lavoratori, compresi quelli dell'afo. L'ammortizzatore per i circa 2mila della Lucchini spa, scaduto martedì, sarà ora rinnovata immediatamente. C'è qualche criticità in più, secondo fonti vicine al ministero del Lavoro, nel bilanciamento dei carichi di lavoro all'interno di Lucchini servizi, che su 256 addetti ha circa 200 persone sull'afo: le parti sono al lavoro per una soluzione organizzativa (i contratti di solidarietà scado in ottobre).
Altro capitolo è quello relativo alla cassa per le aziende dell'indotto: l'accordo prevede la «disponibilità» a concedere gli ammortizzatori che dovranno, però, essere richiesti dalle aziende. Resta la preoccupazione sullo scenario successivo alla cessione (tutt'altro che scontata, nonostante la presenza di tre offerte non vincolanti). L'età media in fabbrica, a Piombino, è bassa: solo il 20% ha più di 50 anni. Per questo motivo è cruciale, per il territorio, definire fin da ora strategie finalizzate a gestire i potenziali esuberi, dal momento che l'eventuale acquirente avanzerà un'offerta per un limitato numero di addetti. Molti rimarranno, con tutta probabilità, in carico alla procedura (che può avere accesso a 4 anni di ammortizzatori calcolati a partire da novembre scorso). Giovedì al Mise è stata ipotizzata la creazione di una cabina di regia (la guiderà il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi), con la partecipazione di Italia Lavoro: curerà la fase di smantellamento e bonifica degli impianti, e relativo impiego delle forze lavoro necessarie. Lo strumento è stato inserito nell'accordo di programma, ormai in dirittura d'arrivo: la firma è attesa per martedì.

Ieri, intanto, il presidente della Regione Friuli Debora Serracchiani ha reso noto che il gruppo Arvedi, attraverso la controllata Siderurgica Triestina, ha inviato una manifestazione di interesse per la Ferriera di Servola, altro asset in vendita del gruppo Lucchini in amministrazione straordinaria.

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