Tutto sull'Abenomics nel giorno del suo primo compleanno
di Stefano Carrer
11. Abenomics / Scenario attuale e conclusioni

Di recente il mercato azionario sembra aver dato una nuova apertura di credito all'Abenomics e non si è spaventato per il dimezzamento della crescita del Pil, che induce comunque autorevoli commentatori a dichiarare in via di esaurimento la spinta propulsiva delle politiche governative.
C'è chi ritiene che il "redde rationem" arriverà nel corso del prossimo anno, in quanto fino a tutto il primo trimestre 2013 l'economia sarà sostenuta dalla prevedibile corsa ai consumi e alle transazioni immobiliari in anticipazione del'entrata in vigore del rialzo dell'Iva dal 5 all'8 per cento.
Nel campo degli ottimisti, si segnalano gli esperti della banca d'affari Nomura, che pure ieri hanno abbassato - rispetto alle loro proiezioni di inizio ottobre - le loro stime sulla crescita del Pil reale giapponese: di 0,4 punti percentuali al +2,5% per l'anno fiscale in corso (a tutto marzo 2013) e di 0,3 punti a +1,6% per l'esercizio 2014 e di 0,2 punti al +1,9% per l'annata 2015 (a tutto marzo 2016) . "Rimaniamo bullish sull'economia giapponese", dice il team Nomura guidato da Tomo Kinoshita, che giustifica l'ottimismo con vari fattori: una valutazione positiva, in particolare, delle prospettive di export e capex, oltre a un ipotizzato indebolimento ulteriore dello yen intorno a quota 110 sul dollaro. Ma anche loro avvertono: "Lo yen debole è stato un fattore importante dietro la ripresa del tasso di inflazione e c'è bisogno di maggiori pressioni inflazionistiche dal lato della domanda perché l'inflazione rimanga in territorio positivo per un periodo sostenuto. Questo richiede l'attuazione di strategie di crescita per aumentare il potenziale di sviluppo dell'economia e al tempo stesso un aumento dei salari nominali".
Dal punto di vista di un osservatore dell'Eurozona, la lezione principale che viene dall'Abenomics sta nella chiara distinzione tra breve e medio periodo per il necessario processo di consolidamento fiscale in presenza di un indebitamento statale troppo elevato. Sul medio periodo va riaffermato con chiarezza l'impegno verso il risanamento delle finanze pubbliche: così Abe, sia pure controvoglia, ha dato il via libera all'aumento dell'Iva dal 5 all'8%. Ma sul breve periodo l'Abenomics inviata a considerare le condizioni concrete dell'economia e quindi la necessità di stimoli a vari livelli perché si possa avviare verso un sentiero di crescita sostenibile; altrimenti il solo incremento della pressione fiscale o la riduzione della spesa pubblica provoca effetti controproducenti facendo lievitare ulteriormente il peso del debito. Così, grazie all'espansione dell'economia registrata quest'anno, le entrate fiscali in Giappone risultato assai superiori al budget di previsione e quindi il governo può finanziare praticamente gratis (senza emissioni addizionali di bond) un nuovo pacchetto di stimoli pubblici all'economia da circa 50 miliardi di dollari finalizzato a compensare gli effetti negativi sul breve derivanti dall'aumento dell'Iva.
Ai critici, i circoli governativi rispondono: il Paese aveva bisogno di attuare strategie più decise in alternativa alla rassegnazione al declino. Il Giappone è indebitatissimo ma ha molti punti di forza: i bond pubblici sono detenuti per oltre il 90% da investitori domestici, il che limita la speculazione; la bilancia delle partite correnti resta largamente positiva a dispetto del deficit commerciale record, le riserve valutarie sono le seconde al mondo e così via. In questo contesto, perché non essere audaci?
I pessimisti, però, replicano che la soluzione scelta è eccessivamente audace per la politica monetaria e poco audace sul piano delle riforme strutturali, il che rappresenta un cocktail rischioso e potenzialmente micidiale.
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