Château Lafite e gioielli Bulgari, gli acquisti dei paperoni asiatici per Natale

Magari ci affondano qualche cubetto di ghiaccio di troppo ma i cinesi hanno imparato a bere vino. Rosso naturalmente. E preferibilmente targato Bordeaux. I francesi hanno conquistato il mercato grazie a lungimiranza, professionalità estrema, capacità d'investimento. Una lunga e pervasiva strategia di marketing che ha dato i suoi frutti. Ogni cinese benestante aspira ad avere in casa almeno una bottiglia made in France. E soprattutto la compra se deve fare un omaggio. Si stima che gli acquisti per rappresentanza siano la quota maggiore del mercato.

L'etichetta più desiderata? Di gran lunga Château Lafite, prezioso e caro (per intenderci una magnum, anche acquistata online, non costa meno di 2mila euro). Talmente status symbol da aver generato un fiorente mercato nero di bottiglie vuote, che arrivano a costare fino a 10mila dollari di Hong Kong (poco più di 900 euro) l'una e vengono poi utilizzate per smerciare vino contraffatto. Lo Château è talmente interessato all'immenso mercato cinese da aver addirittura realizzato delle bottiglie con etichette speciali: in particolare quella con il numero 8, ritenuto nel paese numero portafortuna.

Per fortuna adesso gli italiani si stanno muovendo, anche grazie all'infaticabile attivismo di Stevie Kim, responsabile di Vinitaly International che sta per organizzare una grande fiera fuori dai soliti percorsi (Hong Kong, Shanghai, Pechino). Inoltre anche l'unica azienda italiana entrata nel panel dei controlli antidumping avviati dai cinesi come ritorsione delle restrizioni Ue sulle importazioni di fotovoltaico è stata "scagionata". Gli italiani più noti? Gaja e Sassiccaia.

Guarda la gallery: Dolcezze e bollicine, guida regali food&wine

.