Le speranze della ripresa, dagli extracomunitari 10 miliardi all'Inps
Sono 379.584 gli imprenditori stranieri che lavorano in Italia: +16,5% tra il 2009 e il 2012, +4,4% solo nell'ultimo anno (fonte Censis). Sono i nuovi italiani. Rappresentano l'11,2% del Pil del nostro Paese, per 200 miliardi di euro. Versano alle casse dell'Inps qualcosa come 10 miliardi di euro l'anno
di Eleonora Chioda
3. Dal Madagascar per amore, do lavoro alla mia gente
Edith Else Jaomazava
Edith Else Jaomazava, 42 anni, vive a Moncalieri, importa vaniglia e altre spezie dal Madagascar. E' arrivata in Italia con un trolley, a 27 anni, per amore. Voleva rivedere un torinese che aveva fatto l'Erasmus in Madagascar. Doveva essere una vacanza. Si è sposata. Ha avuto un figlio. Poi sono arrivati il secondo, il terzo, il quarto. Il trolley è ancora lì, pronto, in un angolo. «Quando i bambini hanno iniziato ad andare all'asilo, ho scoperto dentro di me una forza che non conoscevo. Volevo essere autonoma. Ho iniziato a studiare l'italiano, ho fatto la patente e mi sono messa a cercare lavoro. Babysitter, cameriera.
Ed ecco le prime difficoltà: sono una ragazza nera e nessuno mi offriva un lavoro. E' allora che ho capito che dovevo inventarmelo. E ho avuto un flash. Ho rivisto mia nonna che da piccola mi diceva: impara a lavorare la vaniglia, ti servirà. In Madagascar, abbiamo una piantagione di vaniglia bourbon, tramandata da 4 generazioni. Mi sono detta: e se la importassi? Dopo un'analisi attenta ho scoperto che in Italia si usava principalmente un aroma chimico. Ed ecco il piano: torno a casa, prendo due chili di vaniglia e li regalo alle aziende dolciarie che trovo su internet. Detto fatto.
E qui la sorpresa: sono stata pagata. Quel primo assegno è stato il segnale che ero sulla strada giusta. Così ho aperto una partita Iva, fatto i corsi per alimentaristi e avviato la Sa.Va, una piccola azienda di Import-export di vaniglia. Di giorno facevo la mamma, di notte lavoravo. Durante i weekend mi alzavo alle 4 e battevo tutte le fiere d'Italia. E' stata durissima, ma il prodotto era buono, arrivava fresco alle aziende italiane direttamente dalla mia piantagione. Nessun intermediario, prezzi competitivi. E ce l'ho fatta. Quando poi, nel 2008, è arrivata la crisi, ho capito che dovevo andare oltre.
E ho iniziato a importare altre spezie: chiodi di garofano, pepe nero, coriandolo, zenzero». Nel 2013 Edith ha importato 10 tonnellate di spezie. La vaniglia naturale va coltivata e raccolta, così in Madagascar lei dà lavoro a 300 donne («200 in alcuni periodi, 600 in altri» precisa). Fattura 120mila euro l'anno e ha fondato una Onlus per ricostruire una scuola distrutta dal monsone in Madagascar. «Penso con nostalgia al mio Paese, dove la natura è meravigliosa, ma i miei figli sono italiani. Rimango qui e cerco finanziamenti, perché più spezie importo più lavoro do alle donne della mia terra» conclude Edith.
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