Le tappe che hanno portato alle dimissioni del ministro De Girolamo
«Mai, mai e poi mai ho abusato del mio ruolo di deputato». Nunzia De Girolamo ha presentato le dimissioni da ministro dell'Esecutivo Letta nella serata del 26 gennaio, negando ogni coinvolgimento nella sanitopoli sannita (in cui non è indagata). Al centro della vicenda un interessamento per la gestione del bar dell'ospedale di Benevento
3. Dimissioni / Le registrazioni «rubate»
Nelle registrazioni – effettuate a casa del padre di Nunzia De Girolamo e rese pubbliche dalla stampa i primi giorni del 2014 - si sente l'allora coordinatore provinciale del Pdl fare pressione sul direttore generale dell'Asl Michele Rossi perché disponga dei controlli al Fatebenefratelli di Benevento, ospedale religioso convenzionato. Nel mirino degli inquirenti anche presunte pressioni per la gestione, appaltata a un parente del ministro, di un bar all'interno dello stesso ospedale. Frasi che lo stesso ministro riconosce come «poco eleganti», pur sottolineando la circostanza che si trattava di parole registrate illegalmente.
Ma a rendere spinoso il caso sono le parole usate dal gip Flavio Cusani che ravvisa in quello scenario «un direttorio partitico - politico». «Un direttorio che - scrive il giudice - si occupava, in funzione di interessi privati e di ricerca del consenso elettorale, con modalità a dir poco deprimenti ed indecorose, di ogni aspetto della gestione della Asl». Il ministro non è ancora indagata (risulterà iscritta nel registro degli indagati della Procura di Benevento dal 28 gennaio 2014) , ma è quanto basta perché scoppi il caso politico e perché venga sollecitato a presentarsi in Parlamento.
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