Da Barcellona a Torino, le città europee dove gli "scambi" di cittadini sono una risorsa
Nei giorni in cui la Svizzera chiude le frontiere, uno studio sulla libera circolazione rivela che i cittadini Ue che si trasferiscono in altri Paesi dell'Unione sono una grande risorsa per colmare le lacune del mercato del lavoro, far crescere nuovi settori e controbilanciare l'invecchiamento demografico
di Irene Giuntella
6. Libera circolazione nell'Ue / Torino
Corbis
Torino è tra le mete dei cittadini Ue in particolare con un basso profilo di qualifiche e destinati al settore domestico e nelle costruzioni. Tra i 58.438 migranti Ue a Torino, pari al 6,4% della popolazione totale, la maggioranza è di origine rumena (91,8%) e francese (2%). Negli ultimi anni è sempre più cresciuto il numero di imprenditori di altri stati membri che si inseriscono nell'economia della città e di studenti europei che frequentano le scuole torinesi.
La migrazione da altri Paesi Ue ha favorito la copertura di molte posizioni lavorative non qualificate che gli abitanti locali non vogliono svolgere e un grande supporto alla creazione di nuove imprese. Inoltre il gettito fiscale dei contribuenti stranieri frutta un netto di circa 1,5 miliardi di euro nel complesso delle casse pubbliche. A rischio però è l'esclusione sociale dei cittadini Ue di altri stati membri ed extracomunitari i quali in genere risiedono in un numero limitato di quartieri, anche se gradualmente l'attitudine della popolazione locale verso gli stranieri sta migliorando, grazie alle politiche che promuovono il dialogo interculturale. Importanti sono anche le iniziative dei progetti "Extra Titoli in Barriera" e "Cantieri a lavoro" dedicati al riconoscimento dei titoli di studio ottenuti nei Paesi di origine e all'inserimento dei cittadini disoccupati stranieri e locali in lavori temporanei sottoqualificati e amministrativi e a corsi di formazione per rendere più semplice la ricerca del lavoro.
La Camera di commercio locale, gli uffici fiscali e previdenziali hanno unito le forze per fornire sostegno e consulenza agli stranieri che intendano iniziare una nuova attività. Il progetto ha previsto un corso di formazione per gli stranieri residenti che vogliono diventare imprenditori. Esempio di interessanti pratiche per l'integrazione è il progetto "Provaci ancora Sam!" attraverso azioni integrate di istituzioni scolastiche, enti e autorità locali contro gli abbandoni scolastici, visto l'alto numero di studenti stranieri. Una buona strategia comunicativa è impegnata a promuovere la ricchezza della diversità, con la campagna che propone Torino come "Una città Pluralista".
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