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Chiusura in territorio positivo per Wall Street. Il Dow Jones avanza dell'1,19% a 10.186,81 punti, il Nasdaq sale dell'1,11% a 2.171,20 punti, mentre lo S&P 500 arretra dell'1,42% a 1.089,17 punti.

Seduta di recupero per i listini europei dopo le pesanti flessioni della scorsa settimana. Il sostegno, dopo una partenza fiacca, è arrivato ancora una volta dagli Stati Uniti con il miglioramento delle stime di crescita 2010 e il balzo dell'Ism manifatturiero. Tra gli indici di settore bene soprattutto bancari e materie prime. Londra la piazza più brillante (+1,1%). A Milano, +0,5% su Ftse Mib e Ftse All Share: rimbalzo per Banco Popolare (+4,1%). Giù Tenaris (-2,6%).

Negli Stati Uniti la Casa Bianca ha ufficialmente inviato al Congresso la proposta di budget da 3.800 miliardi di dollari per l'anno fiscale 2011. Il progetto di finanziaria parte - dopo l'inatteso risultato registrato nel quarto trimestre 2009 - da premesse sulla congiuntura più ottimistiche rispetto alla media delle previsioni degli analisti: per il 2010 si stima una crescita dell'economia pari al 2,7%, in rialzo rispetto alle stime precedenti. Previsioni ancora più ottimiste rispetto al consensus per quanto riguarda i successivi cinque anni, fino al 2016.

Dal 2011 in avanti l'amministrazione Obama prevede, infatti, una crescita annua compresa tra il 3,2 e il 4,3% mentre gli analisti vendono una crescita di lungo trend di circa il 2,6%. L'ultima volta che l'economia americana è riuscita a crescere a ritmi tanto solidi è stato alla fine degli anni Novanta, prima dello scoppio della bolla hi-tech. I dolori, ma questa non è una novità, arrivano da disoccupazione e deficit pubblico: la Casa Bianca prevede un balzo al 10,6% del pil quest'anno e un progressivo rientro nei prossimi anni fino a scendere al 3,9% nel 2014.

Altre indicazioni incoraggianti arrivano dai dati macro di giornata. L'indice Ism manifatturiero è balzato in gennaio a 58,4 punti contro i 54,9 di dicembre. La performance è la migliore dall'agosto del 2004 ed é nettamente superiore al modesto rialzo a quota 55,3 punti atteso dagli analisti. Nel mese sono migliorate le componenti che migliorano l'occupazione (da 50,2 a 53,3), i nuovi ordini (da 64,8 a 65,9), la produzione (da 59,7 a 66,2) e le scorte (da 43 a 46,5). Spese per le costruzioni, invece, in calo più promunciato del previsto, a dicembre, dell'1,2%. Gli analisti stimavano un calo dello 0,4%.

A Milano gli indici hanno chiuso in rialzo (+0,50% il FTSE Mib) il Banco Popolare realizza la migliore performance sul paniere principale. L'assemblea straordinaria dell'istituto sabato ha approvato l'emissione di un prestito obbligazionario convertibile fino a massimi 1 miliardo di euro e durante l'assemblea l'ad del gruppo, Pier Francesco Saviotti, ha ribadito l'intenzione di distribuire un dividendo, «anche se non sarà un granché» ma «rappresenta un segnale di attenzione verso i nostri soci».

La peggiore tra le blue chip è stata invece Tenaris, nettamente in fondo al listino con il petrolio che continua a scendere e viaggia verso 72 dollari, dopo aver archiviato il mese di gennaio con una perdita di oltre l'8%. Secondo quanto riportato dalla Lettera all'Investitore pubblicata ieri su Il Sole 24 Ore, Tenaris dovrebbe chiudere il 2009 con un calo del 30% dei ricavi intorno a 8,2 miliardi di dollari e del 40% dell'ebitda (2,3 miliardi), anche se «il peggio è alle spalle», come ha sottolineato il presidente e ceo del gruppo, Paolo Rocca.

Tra i finanziari dopo una brutta partenza è salita Unicredit , che già venerdì aveva riguadagnato un 3,96% dopo le perdite delle sedute precedenti (-15% circa dal 19 al 28 gennaio), nell'ultimo giorno utile per l'esercizio dei diritti relativi all'aumento di capitale da 4 miliardi. Il vice a.d. Paolo Fiorentino si è detto fiducioso sull'andamento dell'aumento e, interrogato sulla possibilità di una distribuzione agli azionisti degli utili sull'esercizio 2009, ha lasciato intendere che sarà prevsita una cedola. Oggi Fbr ha tagliato il prezzo obiettivo di Unicredit a 2,5 euro, target però ben al di sopra dell'attuale valore di mercato, con raccomandazione ribadita a marketperform. In calo Mediobanca e Ubi Banca. Negativo il titolo Telecom Italia. A contribuire al calo delle azioni è il giudizio di Barclays, che ha abbassato il prezzo obiettivo da 1,34 a 1,26 euro con rating equalweight.

Nel resto del listino Pirelli & C Re ha chiuso in positivo dopo un avvio in rosso all'indomani della sospensione del progetto di integrazione industriale tra Pirelli Re e Fimit, annunciata venerdì. Ancora in rosso Fiat e il socio di riferimento Exor nonostante la buona intonazione del comparto auto in Europa (+1,12%). L'azienda nelle scorse settimane, annunciando due settimane di cassa integrazione aveva già annunciato una flessione degli ordinativi legata al mancato rinnovo degli incentivi alla rottamazione. In calo Finmeccanica dopo che Morgan Stanley ha tagliato il target di prezzo da 13,75 a 12,50 euro con rating overweight. Le azioni venerdì avevano risentito del taglio delle stime di redditività per il 2010, segnando un calo del 3,5%.

 

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