Cresce l'incertezza sull'eventualità di un aiuto di Berlino a sostegno delle finanze di Atene. Mentre in mattinata le Borse europee hanno «festeggiato» il possibile intervento europeo a salvataggio di Atene, dalla Germania è arrivata una notizia che ha freddato gli entusiasmi perché ha contraddetto le voci diffuse nella serata di martedì da fonti di governo tedesche di un interessamento del governo tedesco alla vicenda.

Secondo il quotidiano economico Handelsblatt, che cita un rapporto interno del parlamento tedesco, la Germania non può aiutare la Grecia in quanto ciò sarebbe una palese violazione della legge. Il rapporto citato dal quotidiano esclude qualsiasi forma di finanziamento del deficit pubblico greco attraverso la Bce o le banche centrali nazionali. E nell'Eurozona «nemmeno gli stati membri possono garantire il debito di altri paesi» dell'Euroclub, spiega il rapporto. Il quotidiano ricorda che il rapporto è stato commissionato dal partito liberale che insieme alla Cdu e alla Csu compone la coalizione di governo.

Il caso Grecia intanto viene affrontato dai ministri finanziari dell'area euro con una teleconferenza, e domani da tutta l'Unione europea in un vertice a Bruxelles. Il premier greco George Papandreou, al termine di una riunione a Parigi con il presidente Nicolas Sarkozy ha detto che la Grecia è pronta ad assumere «tutte le misure necessarie» per risanare i sui conti pubblici e ridurre il deficit di bilancio. Intanto però si riscalda il fronte interno con i sindacati ellenici che si preparano a scioperare contro le misure di austerità annunciate dal governo il prossimo 24 febbraio. Sia il sindacato dei dipendenti pubblici Adedy che quello comunista Pame, che già oggi stanno portando avanti una protesta di 24 ore, hanno annunciato che si uniranno allo sciopero convocato per il 24 febbraio dalla principale confederazione sindacale greca, quella del settore privato, Gsee.

Se non realizzerà le riforme che ha promesso la Grecia rischia il taglio del rating da parte di Moody's, che attualmente le assegna un giudizio pari ad A2. L'agenzia internazionale mantiene sul debito sovrano ellenico un giudizio superiore di due gradini rispetto al «BBB+» assegnato da Standard & Poor's. In una nota, Moody's spiega che, per la Grecia, il giudizio sul debito sovrano potrebbe scendere fino a «Baa1» (corrispondente al voto di S&P) se gli obiettivi fissati nel piano fiscale del paese venissero raggiunti soltanto in parte. Se invece il piano andasse a buon fine il rating della Grecia subirebbe un aggiustamento più lieve a «A3» nei prossimi mesi.

Nel documento Moody's ribadisce anche l'opportunità di separare il profilo di credito di Grecia, Spagna e Portogallo. Il declassamento che il Portogallo rischia non sarebbe «drammatico», mentre il piano di risanamento della Spagna viene giudicato una «strategia d'uscità credibile» per ridurre il deficit e il paese continua ad avere un profilo di credito coerente con il suo rating di «tripla A».

L'Eurogruppo discute oggi il caso Grecia

 

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