I ministri finanziari dell'Eurogruppo si riuniscono in teleconferenza oggi alle 15 per discutere le modalità di un aiuto a sostegno della Grecia. La notizia, anticipata da una agenzia di stampa belga, è stata confermata da più fonti. Non è ancora chiaro tuttavia quale sarà il profilo dell'intervento Eurogruppo. Si parla, infatti, con sempre maggiore insistenza di intese bilaterali che coinvolgerebbero innanzitutto i governi francese e tedesco a sostegno e garanzia delle future emissioni di titoli pubblici greci.


Non è escluso, però, che soprattutto da parte tedesca, si vada anche oltre nel senso di indicare uno schema di intervento dell'Eurogruppo sul caso greco che possa essere utilizzato anche in generale per altri casi simili. Qualcuno, addirittura, parla dell'ipotesi della creazione di un 'fondo monetario' a livello dell'Eurozona. In ogni caso é sempre più probabile che dalla conference call di oggi l'Eurogruppo esca con una dichiarazione pubblica vista ormai l'enorme aspettativa che si sta accumulando sull'evento. Si parla con insistenza di una dichiarazione di appoggio di tipo politico all'azione che sta svolgendo il governo greco, un tentativo per fermare il circolo vizioso della sfiducia. Un portavoce della Commissione il quale ha precisato che alla riunione prenderà parte anche il nuovo commissario per gli Affari economici Olli Rehn. E' altamente probabile che l'Eurogruppo decida oggi per non lasciare la patata bollente al vertice dei capi di Stato e di Governo che si riunisce domani in via informale, anche perché è l'Eurogruppo il luogo principe di guida delle politiche economiche e garanzia della stabilità dell'eurozona. C'è anche un altro fattore da tenere in considerazione: Londra e Regno Unito e la Svezia sono più a favore di un intervento del Fondo Monetario Internazionale a sostegno della Grecia che non a favore di un intervento europeo. Ciò che é cambiato in questi ultimi giorni è l'atteggiamento tedesco: la cancelliera Angela Merkel si é sempre dichiarata contraria all'ipotesi di governo economico dell'Eurozona e ha sempre rifiutato il ruolo di "finanziatore di ultima istanza" a sostegno di un paese che ha vissuto al di sopra dei propri mezzi alla faccia della stabilità dell'area comune. Questo discorso, però, ha cominciato a non spingere più nel momento in cui sulla Grecia si sono scatenati i fulmini dei mercati aggravando di giorno in giorno la crisi di sfiducia tanto che questa rischia di ripercuotersi come un boomerang anche sui paesi che hanno condotto politiche di bilancio rigorose come la Germania.
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