La svolta al vertice di Intesa Sanpaolo, con l'arrivo di Marco Morelli (ex Mps) alla guida del grande network retail della Banca dei Territori, incassa la benedizione formale delle grandi Fondazioni azioniste di Intesa: Compagnia di San Paolo (9,88%), Fondazione Cariplo (4,68%), Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo (4,92%), Ente Cassa di Risparmio di Firenze (3,378%), Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna (2,734%). «Anche a nome dei miei colleghi – ha commentato ieri Angelo Benessia, presidente della torinese Compagnia di San Paolo, primo azionista della banca, riferendosi ai presidenti delle altre quattro fondazioni - confermo al vertice operativo di Intesa Sanpaolo il convinto e forte apprezzamento per il lavoro fin qui svolto e per le scelte di politica aziendale fin qui intraprese che hanno permesso al gruppo di superare al meglio la fase più complessa della fusione e una delle crisi di mercato più difficili che si ricordino. La Banca affronta il suo secondo triennio con tutti i presupposti per vedere ulteriormente consolidata la leadership che ha saputo finora costruire». Dunque, pieno appoggio all'amministratore delegato Corrado Passera. E totale condivisione della nomina di Morelli che, oltre a guidare la Banca dei Territori, sostituirà anche nella carica di deputy ceo l'uscente direttore generale della capogruppo Francesco Micheli (pubblicamente ringraziato da soci e management). Come previsto dallo statuto, Morelli sarà anche d.g. vicario di Passera, affiancato dall'altro neo direttore generale: Gaetano Miccichè, che mantiene anche la responsabilità della divisione corporate e investment banking del gruppo.
Il pacchetto di nomine è stato approvato ieri dal consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo presieduto da Enrico Salza su proposta di Passera e «con il parere favorevole del consiglio di sorveglianza presieduto da Giovanni Bazoli». Morelli, banchiere con esperienze di vertice in JP Morgan e poi a Mps (di cui era vicedirettore generale e cfo), è molto apprezzato da Bazoli (che lo ha avuto come controparte in occasione della fusione Hopa-Mittel) e da Benessia (che, in quanto ex consulente legale della Fondazione Mps, conosce a fondo il management della banca senese). Una scelta, quella del rafforzamento della Banca dei Territori, che ha ricevuto anche l'apprezzamento del Ministero dell'Economia che, secondo fonti citate dall'Ansa, ha giudicato «molto positivo» il nuovo modello organizzativo di Intesa Sanpaolo. «È soprattutto nelle fasi di crisi che la banca deve essere prossima al territorio, alle persone e alle imprese – ha affermato il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti interpellato dall'Ansa – le imprese non possono essere clonate e stilizzate in uno schermo di computer, trasformate in dati che vengono analizzati nel remoto della sede centrale. Non sono gli uomini al servizio del computer ma i computer al servizio dell'uomo».
Clima teso, invece, a Torino dove gli enti locali avevano in più occasioni espresso la volontà che, attraverso il crescente peso azionario della Compagnia San Paolo, Torino pesasse di più nella governance di Intesa Sanpaolo. E sia il sindaco di Torino Sergio Chiamparino che la presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso non sono andati oltre a un gelido «No comment». Se la partita delle nomine al vertice operativo è già praticamente chiusa, resta aperta quella della composizione dei consigli di sorveglianza e di gestione. Si vedrà, se in sede di rinnovo si profileranno equilibri diversi rispetto agli attuali, in modo che Torino possa ottenere qualche forma di «compensazione». Per il momento, la città sabauda incassa il via libera della banca ai lavori di costruzione del grattacielo nel quale avrà sede il Centro Direzionale di Intesa Sanpaolo, non appena terminata la fase di realizzazione degli scavi e dei diaframmi già iniziata nel dicembre 2008. Fortemente voluto da Salza, ieri il progetto ha avuto il via libera definitivo dal consiglio di gestione con l'affidamento dei lavori alle imprese Rizzani de Eccher e Implenia.
Il consiglio di Intesa Sanpaolo, come previsto data la situazione traballante dei mercati, non ha esaminato il progetto di quotazione di Fideuram. Mentre sul caso Agricole-Antitrust è stata data un'informativa: la trattativa è ancora aperta e non c'è ancora una soluzione. (Al.G.)

Torino divisa sul vice-Bazoli
Unicredit crescerà ancora ma senza acquisizioni

 

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