Non si ferma lo scontro sulla rete fissa di Telecom Italia. Una polemica che si riaccende proprio alla vigilia del consiglio di amministrazione di giovedì che dovrà approvare i conti 2009 e soprattutto aggiornare il piano industriale. Sullo sfondo il dibattito sullo scorporo della rete e l'ipotesi di fusione con Telefonica, che però si fa sempre più remota, come ha scritto oggi il Sole 24 Ore.
Approfittando della presentazione della prima relazione annuale dell'organo di vigilanza sugli impegni di Telecom sulla rete di accesso del gruppo, l'amministratore delegato Franco Bernabè è tornato ad attaccare i competitor che rimproverano al gruppo il limiti della rete. «Le scelte di investimento non possono e non devono in alcun modo essere influenzate da soggetti che non partecipano all'investimento» ha detto Bernabè. «La nostra rete di accesso in rame - ha aggiunto - è una delle migliori a livello europeo. E di certo non accettiamo lezioni sulla qualità». «Lezioni» che a Bernabè sono giunte, anche oggi, da Vodafone, ma anche dal presidente dell'Agcom, Corrado Calabrò. «In zone ad alta densità di traffico, la rete in rame è costipata. La rete è buona ma ormai insufficiente per l'alta densità di traffico» ha detto quest'ultimo a margine della presentazione della relazione. Poco prima il direttore affari pubblici e legali di Vodafone, Bianca Maria Martinelli aveva espresso la posizione del colosso delle tlc guidato dal manager italiano, Vittorio Colao: «Come cliente della rete di Telecom - ha sostenuto Bianca Maria Martinelli - abbiamo bisogno di una buona rete, affidabile e sicura, che ci permetta di servire bene i nostri clienti. E su questo punto restano ancora ampi margini di miglioramento e gli effetti degli impegni assunti da Telecom Italia devono ancora verificarsi». Come «concorrente», la manager di Vodafone ha sottolineato la necessità «di trasparenza dell'evoluzione della rete fissa di accesso di Telecom Italia e del mantenimento delle condizioni concorrenziali verso le reti di nuova generazione». Per questo è importante «aprire una riflessione che vada oltre il modello Open Access e gli impegni per realizzare finalmente una nuova rete in fibra attraverso una società in grado di coniugare qualità, apertura e parità di condizioni».

L'organo di vigilanza sulla rete Telecom, che si è insediato ad aprile dello scorso anno, ritiene l'azienda non ha compiuto violazioni formali ma ha comunque suggerito all'azienda «l'introduzione di migliroamenti alle procedure in atto, a beneficio del mercato e dei consumatori».


I toni usati da Bernabè sono stati più forti del solito. «La titolarità della scelta in merito alle decisioni d'investimento, tempistiche, modalità, architetture e tecnologie - ha detto il manager - sono e devono rimanere in capo all'operatore che investe i propri capitali e le proprie risorse e rispetto ai quali deve rendere conto ai propri azionisti». Scelte, quindi, che «non possono e non devono in alcun modo essere influenzate da soggetti che non partecipano all'investimento».
Bernabè ha definito le critiche sulla qualità della rete «del tutto inappropriate e offensive». «Non possiamo accettare che ci vengano rivolte accuse in merito ad una presunta scarsa qualità della rete di accesso da parte di quegli stessi operatori che per anni hanno beneficiato di vantaggiose tariffe di accesso, buona qualità della rete, eccellenti caratteristiche tecniche».
Il manager ha ricordato che il «rapporto tra investimenti e ricavi domestici è pari a circa il 15%», confrontandolo con l'8% di Telefonica e di France Telecom e il 12% di Deutske Telekom.

Più disponibile, invece, il manager è apparso sulle reti di nuova generazione: «Siamo disposti a considerare - ha detto - e stiamo già valutando anche collaborazioni con altri soggetti» e si è detto pronto «a valutare proposte da parte di soggetti privati o da parte di istituzioni ed enti pubblici centrali e locali che intendano investire per accelerare lo sviluppo delle reti in fibra nei loro territori». Con l'Agcom e con l'organo di vigilanza, Telecom intende inoltre «condividere per un'area specifica, un percorso di sperimentazione mirato alla sostituzione totale del rame a favore della fibra». Telecom Italia, ha assicurato Bernabè, «è un'azienda con una lunghissima esperienza che non si mai lasciata sfuggire reali opportunità di crescita e ha spesso saputo anticiparle».
Tra domani, quando si riunirà il cda, e giovedì, quando il piano sarà illustrato alla comunità finanziaria, si dovrebbe sapere qualcosa di più sulle intenzioni di Telecom anche sulle nuove reti.

Il progetto di fusione Telecom-Telefonica si fa più lontano (di Antonella Olivieri)

 

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