Riprende a correre il prezzo del petrolio sui mercati internazionali sostenuto dalle attese di una ripartenza dell'economia globale più forte delle attese anche in seguito al recente dato sulla ripresa dell'occupazione negli Usa. Il contratto future del Wti con consegna a maggio si è spinto fino a un massimo di 86,9 dollari per barile, nuovo massimo da 18 mesi.

Il prezzo del greggio subirà una pressione al rialzo «moderata» per un certo tempo, prevede il Fondo monetario internazionale nell'ultima bozza del World Economic Outlook (Weo) che sarà pubblicato il 21 aprile. «La previsione a breve termine per i prezzi del petrolio dipende fondamentalmente dall'interazione tra la pressione al rialzo per l'aumento della domanda con l'accelerazione della crescita globale nel 2010 e la risposta delle scorte», scrive il Fmi, aggiungendo che «con la capacità di scorta dell'Opec e le scorte rilevate dall'Ocse ancora oltre le recenti medie storiche, la pressione al rialzo dei prezzi dovrebbe restare moderata per un po' di tempo, impedendo ogni significativo cambiamento alla previsione di medio-termine».

Nel rapporto si fa riferimento anche ai prezzi dei metalli che dovrebbero subire solo un rialzo graduale (oggi il rame in Asia ha toccato nuovi massimi), in linea con le aspettative generali sulle materie prime. La dinamica dei prezzi - scrive l'Fmi - è fortemente influenzata dalla Cina: «Un fattore chiave alla base dell'andamento dei prezzi dei metalli è la crescita della domanda cinese, il maggiore consumatore», precisa il Fondo, ricordando che nel periodo «2003-2008 il consumo del Dragone è cresciuto a una media del 16%, pesando per oltre l'80% sulla domanda globale».

Nel 2009, «sebbene il consumo di metallo sia diminuito nella maggior parte dei Paesi, la domanda cinese è cresciuta del 24%, grazie all'effetto del pacchetto di stimolo e agli investimenti pubblici della Cina». E in previsione di una robusta crescita a ritmo costante, compresa quella nel settore delle costruzioni - sottolinea l'Fmi - a questo punto «un deciso rallentamento nell'aumento della domanda globale di metalli non sembra un rischio imminente».

Anche i prezzi delle materie prime alimentari sono destinati a restare sotto pressione. «Considerato che la crescita della domanda globale probabilmente resterà forte, il mercato delle materie prime alimentari potrebbe restare relativamente in tensione» e, in assenza di continui aumenti delle scorte, «resta al rialzo il rischio per i prezzi reali dei beni alimentari», scrive il Fondo.

«Le prospettive nel medio periodo per le scorte alimentari dipenderanno ampiamente dai miglioramenti nella produzione più che dall'aumento delle aree coltivate», osserva l'istituto di Washington, constatando che, «visto il rallentamento negli ultimi decenni dei tassi di crescita delle spese in ricerca e sviluppo per l'agricoltura, la crescita delle scorte alimentari potrebbe ridursi poco al di sotto dei livelli visti durante gran parte del periodo post bellico».

Wall Street apre in rialzo, positive le piazze asiatiche
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