«Basta all'opposizione solo di pancia o di piazza». Il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, dal palco del congresso conferma: la linea del partito d'ora in poi sarà meno movimentista e più di alternativa di governo.
«Se vuoi fare l'opposizione che urla solo nelle piazze - sottolinea - va bene, c'è il nostro zoccolo duro che ci vota, che può essere il 2% o l'8%, dipende dal mal di pancia che c'è in quel momento». «Ma se guardiamo solo al voto di pancia che dipende dal mal di pancia di quel momento, è solo un voto di...diarrea politica».
Ma all'orizzonte, almeno per il momento, non c'è nessuna fusione con il Pd: «quella non è una prospettiva di domani. Certo, se mi domandano vuoi il Paradiso, dico ok, ma al momento siamo ancora nel Purgatorio e lavoriamo per una grossa Italia dei Valori». È necessario passare dall'opposizione all'alternativa, dice il leader Idv che precisa: «Non mi interessa che ci votino più del Pd, non mi importa, l'importante è che votino qui. Buoni o cattivi non ci sono».
Passare la mano? «Solo dopo aver portato la nave in porto», assicura Di Pietro «vale a dire dopo aver liberato il Paese da questo Governo».

Poi una stoccata a De Magistris: «non ci vogliamo collocare a sinistra o a destra, ho letto sui giornali che dovremmo strutturare la sinistra», ma «nel momento in cui siamo alternativa di governo la questione non è più questa: il nostro obiettivo non è fregare il vicino di casa, l'importante è che il condominio abbia la maggioranza».
Quella odierna è la seconda giornata di lavori per il primo congresso di Italia dei Valori. Obiettivo dell'ex pm di Mani Pulite è tenere insieme le due anime del partito, con de Magistris che propone di spostare più verso sinistra il baricentro e chiude le porte al dialogo con l'Udc, ma anche evitare scricchiolii nella rinnovata intesa con il Partito democratico.

I fedelissimi di Di Pietro, nella prima giornata delle assise, hanno detto no alla svolta a sinistra di De Magistris. In prima fila i capigruppo parlamentari Felice Belisario e Massimo Donadi. «Rispetto la sinistra», ha avvertito Belisario, «ma non vado a cercare orfani di politiche ideologiche che ricercano posti al sole». «È tempo di costruire cantieri veri, non laboratori per apprendisti stregoni», ha detto Donadi, ricordando l'esperienza negativa delle coalizioni «buone per vincere ma non per governare».

 

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