Due incarichi per uno. Ma anche tre. Sono tanti gli onorevoli che occupano più poltrone, anche se, al momento, i recordmen sono il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli e l'onorevole leghista Daniele Molgora, che di impegni ne hanno tre: senatore, ministro del Berlusconi quater e primo cittadino di Orbetello il primo, deputato, sottosegretario all'Economia e presidente della provincia di Brescia il secondo.

Storie di tutti i giorni, grazie a un vuoto normativo. Il mandato parlamentare, infatti, è compatibile con la carica di sindaco o presidente della provincia . Mentre primi cittadini di comuni con oltre 20 mila abitanti e i presidenti di provincia sono ineleggibili se non si dimettono 180 giorni prima del voto. A meno che le Camere non si sciolgano prima dei 5 anni: in questo caso il termine per legge è di 7 giorni dal decreto di scioglimento firmato dal capo dello Stato.

È vicino al tris anche Roberto Castelli, senatore del Carroccio, viceministro alle Infrastrutture ed ex Guardasigilli del secondo e del terzo governo Berlusconi. Per non perdere il Comune di Lecco, ora commissariato, il Senatur Umberto Bossi ha deciso di candidare a primo cittadino proprio Castelli. Se sarà eletto, Castelli manterrà per ora il doppio incarico, al governo e al comune. La doppia carica, ma in questo caso tripla, secondo il ministro, è un «valore aggiunto» perché essere a Roma permette di avere «un'interlocuzione costante e rapida» sui bisogni della città. Come l'Expo 2015, per esempio, avvenimento per il quale il ministero delle Infrastrutture segue questioni importanti, che potrebbero non essere indifferenti per la città. Attenzione, però, alle prossime elezioni politiche non potrà ripresentarsi per gli scranni di Camera e Senato. Infatti un sindaco in carica non può candidarsi al Parlamento.

Romano Prodi ha riposto, invece, niet alla richiesta di candidarsi per la poltrona di sindaco di Bologna. «Non sto cambiando idea», è la risposta secca dell'ex premier a chi gli chiedeva se aveva realmente intenzione di fare un "gesto d'amore" per la città, come gli era stato chiesto da più esponenti politici del Pd.

Candidato alle "tre poltrone per uno" anche il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta, deputato e in lizza per diventare primo cittadino di Venezia. Nessun problema, ha detto, a svolgere il doppio incarico, ricordando che la doppia poltrona l'hanno avuta, per alcuni anni di mandato, anche gli ex sindaci della Serenissima Massimo Cacciari e Paolo Costa, europarlamentari.

Dodici i deputati eletti negli enti locali dopo l'inizio della legislatura del 2008. Oltre a Molgora, Adriano Paroli (Pdl), primo cittadino di Brescia, Ettore Pirovano (Lega Nord), presidente della Provincia di Bergamo, Roberto Simonetti (Lega Nord) della Provincia di Biella. Luigi Cesaro (Pdl), presidente della Provincia di Napoli, Edmondo Cirielli (Pdl), padre della legge sulla prescrizione, presidente della Provincia di Salerno, Nicola Cristaldi (Pdl), sindaco di Mazara del Vallo, Antonello Iannarilli (Pdl), presidente della Provincia di Frosinone, Giulio Marini (Pdl), sindaco di Viterbo, Antonio Pepe (Pdl), presidente della Provincia di Foggia, Marco Zacchera (Pdl), sindaco di Verbania. E, ancora, Maria Teresa Armosino (Pd), presidente della Provinica di Asti,

Al Senato, oltre al ministro Matteoli, hanno un doppio incarico Antonio Azzollini (Pdl), sindaco di Molfetta, Filippo Berselli (Pdl), primo cittadino di Montefiore Conca, Maria Teresa Bertuzzi (Pd), sindaco di Copparo, Giuseppe Firrarello (Pdl), primo cittadino di Bronte, Massimo Garavaglia (Lega nord), sindaco di Marcallo con Casone, Mario Mantovani (Pdl) sindaco di Arconate, Sandro Mazzatorta (Pdl) sindaco di Chiari, Claudio Molinari (Pd) sindaco di Riva del Garda, Roberto Mura (Lega Nord) sindaco di San Genesio e Uniti, Vincenzo Nespoli (Pdl), sindaco di Afragola, Flavio Pertoldi (Pd) sindaco di Basiliano, Filippo Piccone (Pdl) sindaco di Celano, Cosimo Sibilia (Pdl), presidente provincia di Avellino, Gianvittore Vaccari (Lega Nord), sindaco di Feltre, Gianpaolo Vallardi (lega Nord), sindaco di Chiarano. Leopoldo Di Girolamo, unico caso in questa legislatura, ha lasciato la poltrona di senatore il 4 novembre 2009 per fare il sindaco di Terni.

Per 13 legislature il parlamentare ha fatto solo il deputato o il senatore. Poi nel 2002 il sì al sindaco di Palermo Diego Cammarata, a quello di Latina, Zaccheo e a quello di Termoli, Di Giandomenico, ha aperto la cascata dei doppi incarichi. L'ineleggibilità è restata (da sindaco non ci si può candidare a senatore o deputato), mentre è sopraggiunta la possibilità di candidarsi da parlamentare a sindaco o a presidente di provincia. Le proposte per invertire la marcia? C'è chi vorrebbe, come Pino Pisicchio, affidare alla Corte costituzionale il compito di giudicare le incompatibilità, sottraendole alla Giunta della Camera che non è organo terzo. Il senatore del Pd Marco Follini ha raccolto firme bipartisan per un ddl sulle incompatibilità (S 1630), in discussione alla Commissione Affari generali del Senato. C'è chi ha formato addirittura comitato contro i doppi incarichi.

Prodi non cede alle sollecitazioni di candidarsi a Bologna

 

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