Nessuna retorica sui giovani, ma neppure in polemica con l'Italia Paese ormai geriatrico. Nel realizzare l'esposizione di Milano e tradurre in un Masterplan il concept presentato lo scorso settembre e realizzato da una consulta di cinque archistar - Stefano Boeri, Richard Burdett, William McDonough, Jacques Herzog e Joan Busquets - la politica della società Expo 2015 è stata di chiamare in larga misura neo laureati e tutti selezionati attraverso un bando pubblicato sul sito del Politecnico di Milano.
È anche la generazione Erasmus che lascerà la sua firma sull'innovativo Expo che prevede un orto botanico planetario privo di veri landmark architettonici. Sono 16 nell'Ufficio di Piano, l'età media è di 26 anni, con il più giovane che ha compiuto 24 anni e il più anziano 29. Quasi tutti provengono dal Politecnico di Milano, in maggioranza sono ragazze (9 contro 7 ragazzi) e 11 sono gli architetti il resto urbanisti e ingegneri. È questo l'identikit di una squadra coordinata da alcuni senior più il responsabile della progettazione architettonica, Matteo Gatto e il direttore infrastrutture e costruzioni, Renzo Gorini. Quasi tutti hanno fatto durante gli studi universitari esperienze all'estero in atenei europei e per ognuno è la prima vera occasione di lavoro regolarizzata da subito con un contratto a progetto. "Mi sono laureato in architettura del paesaggio nel luglio del 2009 – ha commentato Giovanni Chinellato che con l'Erasmus ha potuto studiare per 6 mesi all'università olandese di Delft – pochi giorni dopo ho visto l'annuncio sul sito dell'Università, stavo per partire per le vacanze e ho deciso di partecipare. Richiedeva il curriculum più esperienze e progetti svolti. In una prima fase siamo stati esaminati da una società di selezione con un colloquio attitudinale, quindi siamo stati valutati dai responsabili dell'Ufficio di piano". A metà settembre 2009 la struttura ha preso forma, i 16 neo laureati erano stati individuati e subito hanno cominciato a lavorare. Il tempo per la redazione del Masterplan stringe. Con il supporto di tre super architetti come Boeri, Burdett e Herzog si corre ventre a terra perché bisogna terminare entro aprile 2010 in anticipo rispetto all'apertura dell'Expo dell'anno in corso (Shanghai 2010 che parte a maggio). La giornata ufficialmente inizia alle 9,30 del mattino e si conclude alle 18,30 ma in realtà è tutto molto meno rigido e formale all'interno dei 430 mq nel quartiere Bovisa che per tutti i 16 che hanno deciso di partecipare a questa avventura rappresenta la nuova casa. In questo momento quasi di calma vengono completate le copie del Masterplan da spedire al BIE – il Bureau international des expositions, l'organo ufficiale che assegna l'Expo – e viene realizzato un plastico in scala di come sarà il sito della kermesse internazionale. Ma sono stati mesi frenetici dove dopo un prima fase di studio dei precedenti Expo con le relative problematiche si è cominciato a lavorare a gruppi sui diversi ambiti del sito, dalla piastra che ospiterà gli stand delle nazioni espositrici, al villaggio-expo per quanti nei sei mesi lavoreranno all'interno del complesso espositivo, al teatro e ai canali interni in parte navigabili, alle bonifiche. Ognuno ha portato il suo contributo. Alessandra Gamba si è laureata nell'aprile del 2009 in architettura al Politecnico di Milano e già qualche lavoretto aveva cominciato a farlo, ma quando ha passato le selezioni per l'Ufficio di piano, non ha avuto dubbi: "In prima battuta bisognava capire le funzioni che assolutamente non possono mancare all'interno del sito, i mq necessari – ha spiegato – poi mi sono occupata a livello di progettazione preliminare del villaggio Expo, adesso seguo il plastico, ma ho fatto anche un po' cantiere per capire quali sono le prime opere che devono partire sul sito. Il lavoro è molto complesso e molto ricco con aspetti progettuali e di studio. È stata l'occasione per vedere tante cose e tutto con un bel gruppo affiatato". Completato il Masterplan il lavoro dell'Ufficio di piano non si esaurisce, perché c'è occuparsi della progettazione soprattutto della piastra dove effettivamente si svolgerà la manifestazione. Devono essere preparate le gare per la parte delle strutture destinate a restare nel dopo Expo e poi accompagnare la realizzazione di tutte le opere fino all'inaugurazione. (di Massimiliano Carbonaro)


Al centro l'orto planetario dei record
LA MILANO DEL 2015 / I rendering dei progetti
I PROGETTI DI EXPO 2015 / Via d'Acqua
I PROGETTI DI EXPO 2015 / Via di Terra
I PROGETTI DI EXPO 2015 / Cascina Triulza
DOCUMENTI / Il dossier del Masterplan

 

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