«Ritengo che Italo Bocchino sia stato dimissionato senza che ci fosse una ragione. Per questo ha la mia solidarietà». Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini rispondendo all'università dell'Insubruia alla domanda di uno studente di scienze della comunicazione

Il vicecapogruppo vicario del Pdl, Italo Bocchino, ha spiazzato tutti e ha presentato una nuova lettera di dimissioni dal gruppo parlamentare, dimissioni stavolta «definitive». L'assemblea dei deputati di Montecitorio, che avrebbe dovuto discutere del caso Bocchino, è stata perciò sconvocata. «Ritengo che Italo Bocchino sia stato dimissionato senza che ci fosse una ragione. Per questo ha la mia solidarietà», ha detto questa mattina il presidente della Camera Gianfranco Fini rispondendo all'università dell'Insubruia alla domanda di uno studente di scienze della comunicazione.

Bocchino aveva accompagnato il suo passo indietro con un affondo durissimo contro il Pdl e il premier Silvio Berlusconi. «È stato lui – ha spiegato Bocchino – a chiedere la mia testa. Non esiste un solo partito democratico dove possa accadere ciò che è accaduto oggi». Il fedelissimo del presidente della Camera ha poi rivelato il retroscena del colloquio avuto con Berlusconi prima della puntata di Ballarò cui ha partecipato la scorsa settimana. «Berlusconi mi ha chiamato la sera che dovevo partecipare a Ballarò. Aveva toni concitati e mi ha detto: "se vai, farai i conti con me. Dopo vedrai..."». Per Bocchino, quindi, il premier ha dato il via a «un'epurazione figlia di un'ossessione» nei suoi confronti. «Berlusconi - rivela Bocchino - mi chiedeva da un anno di limitare le presenze in tv, perché non ero allineato su ogni sua singola parola». Poi l'attacco a muso duro contro il partito. «Chi ha voluto chiamare il partito Popolo della libertà e l'ha addirittura definito il partito dell'amore, non fa oggi una bella figura».

Il premier, in ogni caso, non ha fatto mistero di volere l'uscita definitiva di Bocchino dai vertici del gruppo e lo ha confermato anche ieri sera durante una cena con alcuni senatori a Palazzo Grazioli. «Ho chiamato Bocchino l'altra sera quando doveva andare a Ballarò. Con me, devo dire, è stato anche un po' insolente. Gli ho detto che non si può andare in tv a fare sceneggiate coinvolgendo il partito. Tutti nel Pdl devono capire che non si può sputtanare il partito». Il Cavaliere sarebbe poi infastidito dalle beghe interne di partito. «Io ho un Paese da governare e dei problemi da affrontare - è il suo ragionamento – e francamente è deprimente perdere così tanto tempo per certe cose...».

Intanto l'ex premier Massimo D'Alema è tornato stamane ad attaccare il Cavaliere. «Il problema non è Gianfranco Fini. La posizione di Berlusconi è l'ostacolo vero a fare un dialogo vero». Il motivo? Secondo il presidente del Copasir, «a Berlusconi piace il monologo, anche per questo gli dà fastidio Fini perchè è una personalità forte che pretende di discutere. Cosa che avviene in tutti i partiti democratici ma non in quel partito perchè lì c'è un capo. La democrazia di un uomo solo al comando non c'è da nessuna parte nel mondo e non funziona e non funziona neanche da noi».

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