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Tutte queste cose dovremo farle insieme: gli americani sono pronti ad allearsi ai governi e ai cittadini di tutto il mondo, alle organizzazioni comunitarie, agli esponenti religiosi, alle aziende delle comunità musulmane di tutto il mondo per permettere a tutti i popoli di vivere una vita migliore.
I problemi di cui vi ho parlato non sono facili da risolvere, ma abbiamo la responsabilità di allearci per il bene e il futuro del mondo che vogliamo creare, un mondo nel quale gli estremisti non possano più minacciare i nostri popoli e nel quale i soldati americani possano tornare in patria; un mondo nel quale gli israeliani e i palestinesi siano al sicuro nei loro Stati e l'energia nucleare sia usata soltanto a scopi pacifici; un mondo nel quale i governi siano al servizio dei loro cittadini e i diritti di tutti i figli di Dio siano sempre rispettati. Questi sono interessi comuni, condivisi; questo è il mondo che vogliamo,ma potremo arrivarci soltanto insieme.
Molte persone - musulmane e non musulmane - mettono in dubbio la possibilità di dar vita a questo nuovo inizio: alcune sono impazienti di fomentare le divisioni, e intralciare in ogni modo il progresso. Alcune lasciano capire che è tutto inutile perché siamo predestinati a non andare d'accordo, e le civiltà sono predestinate a scontrarsi. Molte altre sono semplicemente scettiche, dubitano che un cambiamento possa mai aver luogo.
Ci sono paura e diffidenza: se sceglieremo di rimanere ancorati al passato, di sicuro non potremo mai fare passi avanti. Lo voglio dire con particolare chiarezza ai giovani di ogni religione e di ogni Paese: voi, più di chiunque altro, avete la possibilità di cambiare il mondo.
Tutti noi condividiamo questo pianeta per un solo istante nel tempo: la domanda quindi che dobbiamo porci è se preferiamo trascorrere questo istante a concentrarci su ciò che ci divide o se non sia preferibile impegnarci insieme, con un lungo e impegnativo sforzo, per trovare un terreno comune di intesa, per preparare tutti insieme il futuro che vogliamo dare ai nostri figli, e per rispettare la dignità di tutti gli esseri umani.
È più facile iniziare una guerra che finirla. È più facile accusare gli altri invece che guardarsi dentro. È più facile osservare le differenze di ciascuno di noi che le cose che abbiamo in comune, ma nostro dovere è scegliere lla strada giusta, non la più facile. C'è un unico comandamento dietro ogni religione: fate agli altri quello che vorreste che gli altri facessero a noi. Questa verità trascende nazioni e popoli. È un principio, un valore antico. Non è nero, non è bianco, non è marrone, non è cristiano, non è musulmano, non è ebreo. É un principio che si è andato affermando dalla notte dei tempi della civiltà, e che tuttora palpita nel cuore di miliardi di persone: è la fiducia nel prossimo, è la fiducia negli altri, ed è ciò che mi ha condotto qui oggi.
Abbiamo la possibilità di creare il mondo che vogliamo, ma soltanto se avremo il coraggio di dare il via a un nuovo inizio, tenendo a mente ciò che è nelle Sacre Scritture: il Corano dice: «Oh umanità! Sei stata creata maschio e femmina, e divisa in nazioni e tribù, così da poterti conoscere meglio». Nel Talmud si dice: «La Torah ha per unico scopo la promozione della pace». E la Santa Bibbia dice: «Beati coloro che portano la pace, perché saranno chiamati figli di Dio».
I popoli di tutta la Terra possono convivere in pace: noi sappiamo che questo è il volere di Dio, e che questo è il nostro dovere su questa Terra. Grazie, e che la pace di Dio resti sempre con voi.