Ma quanti titoli del debito pubblico americano ha la Cina? Quello che è stato a lungo un "pallino" di Brad Setser, un esperto di debito pubblico americano prima al Council on Foreign relations di New York e attualmente al National economic council della Casa Bianca, è ora un sospetto molto radicato in tutta la dirigenza di Washington. La Cina avrebbe molto di più dei circa 800 miliardi di titoli del Tesoro americano che per mesi le sono stati assegnati dalle statistiche finanziarie ufficiali di Washington, e aggiungendo i titoli delle Gse (le megafinanziarie immobiliari pubbliche Fannie e Freddie e simili entità, tutte garantite dal Tesoro Usa) arriverebbe a poco meno del doppio, e ben oltre i mille miliardi. Circa 1.500, diceva già in autunno Setser.

L'ipotesi, che «Il Sole 24 Ore» aveva già registrato in passato (si veda in particolare « tormenti del grande debitore», 30 settembre 2009) ha varie implicazioni per la sicurezza finanziaria di Washington ed è stata accreditata nelle ultime audizioni della US China Economic and Security Review Commission, creata nel 2000 per aggiornare una volta l'anno il Congresso su tutte le implicazioni dei rapporti commerciali e finanziari con la Cina.

Riferendo in questi giorni al Congresso, Simon Johnson del Mit ed ex capo economista del Fondo monetario, ed altri esperti, hanno rilevato come forti acquisti di titoli americani fatti via Londra e via Hong Kong nascondono interventi cinesi. Pechino in particolare sarebbe dietro il balzo da 130 a 300 miliardi in acquisti di titoli del Tesoro americano fatto dalla piazza londinese tra la fine del 2008 e la fine del 2009, in un periodo nel quale la Gran Bretagna ha registrato un notevole deficit dei conti con l'estero e non poteva quindi essere in proprio protagonista del balzo.

«I dati ufficiali del Tesoro americano quasi certamente sottovalutano – ha detto Johnson – il controllo cinese dei titoli perché non rivelano il paese destinatario ultimo di acquisti fatti attraverso un altro intermediario in un paese terzo». La Cina deterrebbe quindi secondo Johnson almeno la metà dei 2.374 miliardi di titoli in mani di Stati esteri a fine 2009. A giudizio di un altro esperto, Derek Scissors della Heritage Foundation di Washington, il raddoppio degli acquisti di titoli Usa registrato nel 2009 sulle piazze di Londra e Hong Kong è dovuto agli interventi decisi da Pechino, l'unico acquirente in grado di disporre della liquidità necessaria al momento su scala mondiale. Aggiunge Scissors che le riserve cinesi sono aumentate nel 2009 di 453 miliardi di dollari, arrivando a quota 2.399 miliardi. Il Tesoro americano aveva a fine 2009 emissioni per un totale di circa 12mila miliardi di dollari e il limite raggiungibile nel 2010 è stato portato a circa 14mila.

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