LONDRA-Tony Blair torna alle origini: l'ex premier britannico ha tenuto oggi il primo discorso della campagna elettorale, il suo primo intervento su temi di politica interna da quando ha lasciato l'incarico nel giugno 2007. Per il ritorno sul palcoscenico nazionale Blair ha scelto Sedgefield, l'area che ha rappresentato per 24 anni come deputato in Parlamento e che oggi ha definito la sua «patria spirituale». I laburisti, in svantaggio nei sondaggi, sperano che il tocco magico di Blair, che ha fatto vincere al partito tre elezioni di fila, possa funzionare ancora una volta.

In vista delle elezioni Blair ha dato tutto il suo sostegno al suo successore Gordon Brown, definendolo un «vero leader» che ha agito con decisione e rapidità durante la crisi finanziaria. Il premier laburista ha dimostrato «esperienza, capacità di giudizio e audacia», secondo Blair, al contrario dei conservatori che non sono riusciti a cambiare e modernizzare il loro partito. Blair ha puntato soprattutto sull'economia, considerata il punto di forza dei laburisti, sottolineando come Brown e il cancelliere dello Scacchiere Alistair Darling abbiano preso le decisioni giuste al momento giusto traghettando il Paese fuori dalla tempesta finanziaria.

Un senso di delusione verso un partito che ha governato per tredici anni è inevitabile ma prima di scegliere il cambiamento bisogna pensare bene a cosa si sceglie, ha detto Blair con un chiaro riferimento allo slogan conservatore «è ora di cambiare». Blair ha criticato i Tories, un partito «confuso» dalle idee «mutevoli e poco chiare», ma ha evitato di attaccare direttamente il loro leader David Cameron, soprannominato da molti «Tory Blair» perché considerato il vero erede politico dell'ex premier. Cameron non è stato nominato neanche una volta nel discorso.
Blair ha l'esperienza e il carisma dalla sua parte ma resta una figura molto controversa, soprattutto per la sua decisione di invadere l'Iraq nel 2003. Quest'anno, testimoniando all'inchiesta ufficiale sulla guerra in Iraq, l'ex premier ha dichiarato di non avere alcun rimpianto e di essere convinto di avere fatto la cosa giusta nell'eliminare il «mostro» Saddam Hussein.

Blair è stato anche molto criticato per la mole di redditizi incarichi che ha assunto dopo avere lasciato la politica. Le polemiche sui suoi affari continuano: i conservatori oggi hanno pubblicato un dossier che elenca la complessa rete di interessi dell'ex premier, accusandolo di voler evitare di pagare le tasse in Gran Bretagna sfruttando paradisi fiscali all'estero. Il portavoce di Blair ha negato le accuse, insistendo che «paga le imposte in Gran Bretagna sull'intero reddito».