L'Italia promuove e appoggia qualsiasi soluzione europea alla crisi della Grecia che sia una soluzione politica, e non meramente economica o finanziaria, ed espressione di un'azione concertata e coordinata tra gli Stati membri dell'Unione europea e dell'Unione monetaria europea. Dunque un intervento che rafforzi l'Europa rimettendola in gioco politicamente. La creazione di un Fondo monetario europeo (Fme), nella forma di un'istituzione anti-crisi complementare all'emissione degli euro-bond per le infrastrutture o alla nascita di un'agenzia per il debito pubblico per programmare un calendario europeo delle aste dei titoli di Stato nazionali, potrebbe interessare il ministro dell'Economia Giulio Tremonti: nel momento in cui questo progetto, assieme ad altri, confermi la rimessa in moto della macchina politica europea con un'Europa che resta al centro e che si rafforza.
È questa la posizione dell'Italia e del numero uno del Mef nel contesto della ricerca in corso di una soluzione europea alla crisi della Grecia. Un tema destinato a dominare i lavori dell'Eurogruppo e dell'Ecofin il prossimo lunedì e martedì a Bruxelles. Per via dell'assenza del primo promotore del Fme, il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble convalescente e a riposo, la creazione di questo fondo non verrà inserita nell'ordine del giorno dei lavori, secondo fonti bene informate: la discussione resterà informale.
Il ministro Tremonti ha proposto per anni l'istituzione degli euro-bond per finanziare le infrastrutture transfrontaliere, l'ambiente e l'energia a livello europeo senza gravare sul debito pubblico nazionale: la sua proposta, inizialmente sottovalutata dai partner europei, è ora tornata di attualità e viene annoverata tra le soluzioni più concrete realizzabili per arginare la crisi. A conferma di questi progressi, il fondo Marguerite suggerito da Tremonti stesso è decollato in accelerazione: si tratta del primo fondo di private equity per le infrastrutture sostenuto dalle risorse di Cassa depositi e prestiti, Cdc francese, Kfw tedesca, Bei, Stato inglese e altre casse, per ora provenienti da Spagna e Polonia ma con adesioni in continua crescita. Un Fondo monetario europeo, in aiuto agli Stati in crisi come il Fmi, è un'iniziativa che nasce in virtù della rimessa in moto della macchina politica europea e che va nella direzione delle azioni politiche concertate e coordinate sostenute da Tremonti.
Creare dal nulla un Fme, o un'istituzione simile, è però un'operazione complessa che impone tempi lunghi. L'Europa potrebbe avere bisogno di uno strumento altrettanto efficace ma che si possa allestire rapidamente: una soluzione europea è allo studio ed è fortemente auspicata dall'Italia. Un intervento circoscritto al solo asse franco-tedesco o un ricorso al Fmi per colmare un vuoto politico europeo sarebbe una sconfitta. Ma è proprio per questo che queste due eventualità estreme non risultano sul tavolo di lavoro di Bruxelles.

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