La compagnia petrolifera britannica BP spera di riuscire a installare oggi una valvola che chiuda una delle tre falle sotto la piattaforma affondata nel Golfo del Messico, per ridurre la fuoriuscita di petrolio che minaccia le coste meridionali degli Stati Uniti. Lo ha spiegato al New York Times il coordinatore degli interventi per conto della compagnia, Bob Fryar.

Quest'ultimo, vicepresidente delle operazioni in Angola, è stato trasferito a Houston per guidare lo sforzo tecnico per chiudere le perdite sul fondale a 1.500 metri di profondità. La compagnia spera di riuscire a installare oggi una valvola di arresto su una delle falle, per bloccare una parte della perdita.

La fuoriuscita maggiore viene dalla sommità del tubo spezzato che collegava il pozzo con la piattaforma. Entro sei giorni, la BP conta di calare sopra la perdita una cupola di cemento con una tubazione in cima e pompare in superficie il greggio che esce. La terza falla si trova alla base del tubo, vicino alla bocca del pozzo. La compagnia pensa di calare un'altra cupola di contenimento sopra questa perdita, dai due ai quattro giorni dopo aver calato la prima.

Sul fondale alla bocca del pozzo si trova una gran quantità di impianti (valvole, leve, serbatoi, incastellature, tubazioni) che avrebbero dovuto bloccare il flusso in caso di incidente e che non hanno funzionato. «Il dispositivo anti-perdite ha un sacco di sistemi di emergenza, ci sono molte opzioni per chiudere - ha detto Fryar -. Nessuna di queste ha funzionato».

Per eliminare definitivamente la fuoriuscita, la BP ha progettato di tagliare il tubo spezzato alla base e piazzare una valvola sopra il foro. La manovra dovrebbe essere eseguita da robot collegati con le navi appoggio in superficie ed è estremamente rischiosa. La pressione con la quale il petrolio esce è molto forte: tagliando il tubo, il flusso di greggio potrebbe aumentare di molto. A breve sul pozzo sarà installato un misuratore di pressione che dirà se l'operazione è possibile.

La BP conta anche di scavare nuovi pozzi sul fondale per iniettare liquido pesante nella cavità del giacimento per bloccare la fuoriuscita. Lo scavo del primo di questi pozzi comincerà «appena il tempo lo permetterà», ha detto Fryar. Il secondo comincerà nel giro di due settimane. L'operazione richiederà comunque mesi.

Per il secondo giorno viene gettato un solvente chimico sul petrolio appena esce dalla perdita principale. Il solvente (di solito usato sulla superficie) spezza il greggio in piccole gocce e favorisce la sua caduta sul fondo. La BP spera di riuscire a iniettare il solvente direttamente nel tubo spezzato, per farlo mescolare meglio col petrolio. Ieri il maltempo ha impedito tuttavia agli aerei di gettare questa sostanza sulla chiazza in superficie. «Pensiamo che questo solvente sia molto efficace - ha detto Fryar -. Speriamo che il greggio non raggiunga la superficie». L'impatto sull'ambiente dei prodotti chimici usati per la bonifica tuttavia non è noto.

 

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