Daniele
Mi chiamo Daniele e scrivo dal Molise. Ho dovuto lasciare l' attività di praticante in quanto la mia famiglia ( operaia), dopo anni di sacrifici economici per potermi sostenere agli studi universitari, non ha potuto più continuare nella sua ardua impresa di sostentamento. Perché questo? Negli studi, anche da esperienze raccolte da altri praticanti, siamo trattati davvero come carta straccia. Gli avvocati dicono "All' inizio bisogna fare i sacrifici!!!"; sono d' accordo sul fare i sacrifici, ma al 99,9 % dei casi, dietro questa impietosa affermazione si nasconde solo l ‘esclusivo ed ulteriore ingiusto, impietoso arricchimento alle nostre spalle, dato che svolgiamo, non dimentichiamo, anche un importante ruolo di segreteria. Per non parlare quando si viene inviati in Tribunale per il deposito degli atti in cancelleria, causalmente nel fascicolo si dimentica di inserire il bollo oppure la somma per acquistarlo, bisogna anche anticipare. Tante sono le realtà oggettive di cui parlare, però, lo dico con tanta rabbia, non ne vale neanche la pena proferire, in quanto l' unica risposta che mi è stata data nel momento in cui ho comunicato di abbandonare l' attività di praticante esponendo il problema dell' assenza di una retribuzione a titolo almeno di rimborso spesa, mi è stato risposto :- Mi dispiace, tutti abbiamo fatto sacrifici. Non puoi nascondere che la cortesia di farti fare pratica nel mio studio te l' ho concessa!!!!!!.
Distinti saluti e ringrazio per l' opportunità che mi ha concesso di esprimere il mio stato di collera dopo anni di sacrifici familiari e di studio!!!
3 agosto 2009
Gloria Fiorentini - Jesi
Purtroppo, i "vecchi" non aiutano i "giovani", anzi li scoraggiano e li combattono anche con scorrettezze deontologiche; posso raccontare alcuni esempi della mia esperienza professionale: una volta ho visto l'esperto collega avversario che parlava della mia causa con il Giudice di Pace, prima dell'orario fissato (ho perso la causa, e ho vinto in appello); un'altra volta, un altro navigato collega ha fatto l'udienza alle 10.20 (quando era fissata alle 11.00) approfittando della mia assenza e facendomi dichiarare decaduta dalle prove; ancora, un anziano collega ha scritto una raccomandata "di sostegno" alla mia controparte in un giudizio a lui estraneo, e queste sono solo le cose ufficiali di cui ho conoscenza diretta, ma sono più che certa che molti altri hanno fatto ben altro, approfittando della abituale conoscenza di giudici, pubblici ministeri etc., per danneggiarmi.
Anche diversi giudici non sono teneri con noi "giovani", in quanto ci fanno sentire come degli ignoranti, delle nullità; mentre con i "vecchi"
si attardano a parlare, se mi permetto io di andarci a parlare solo per chiedere un consiglio, si vede quasi un fastidio, hanno sempre da fare.
E quando liquidano le spese, mentre ad un anziano liquidano parcelle ricche, a me neanche un terzo.
Infatti, essere giovani è consentito ma a patto di essere figli d'arte.
Noi dobbiamo solo lasciare il passo a questi ultimi, i quali sono già conosciuti appena arrivano e oso dire "nascono già imparati".
I "giovani" non figli d'arte devono imparare i trucchi delle scorrettezze, piccole e grandi, per sopravvivere?
Infatti, i giovani che conosco sono spesso eguali -se non peggiori- nella scorrettezza e aggressività, hanno insomma perfettamente imitato i "vecchi" peggiori; alcuni episodi della mia vita professionale: un collega più giovane di me, dopo la mia raccomandata di richiesta danni, ha inviato l'offerta direttamente alla mia cliente, senza nemmeno inviarmi una copia per conoscenza; un altro -pur di fronte all'accordo della parte da Lui rappresentata- ha rifiutato di addivenire alla transazione, continuando il giudizio.
I "giovani" più corretti e seri spesso abbandonano questa professione, che non è più una missione, ma solo il tentativo di arrivismo a tutti i costi, approfittando del'inefficianza cronica, dell'esiguo numero di giudici e dell'enorme numero di cause perfettamente inutili, inventate, che fanno perdere di vista quelle vere che, invece, necessiterebbero di una risposta sollecita e giusta.
Mi fermo qui. Sennò mi rattristo troppo.
3 agosto 2009
Luigia Lumia - Bologna
Sono nata nel 1954 a Villalba un piccolo paesino della Sicilia. Sono arrivata a Bologna nel 1969 e il giorno dopo sono andata a lavorare come impiegata nello studio di mio zio che faceva l'avvocato. La prima cosa che mi è stato insegnato nel posto di lavoro è stato come tenere la cornetta del telefono perché io a Villalba non avevo avuto mai avuto bisogno di telefonare, ….sembra infatti strano ma nel 1969 non tutti al mio paese avevano a casa telefono, tv, frigo ecc…… e io appartenevo a una famiglia che non l'avevano.
L'anno successivo al mio arrivo mi sono iscritta alla scuola serale Elisabetta Sirani, al corso di ragionieria e per recuperare l'anno perduto mi sono preparata da privatista all'esame di terza . Nel 1975 mi sono diplomata e nel 1978 mi sono abilitata alla professione e ho aperto lo studio.
Dal 1971 fino al 78 ho lavorato presso noti studi bolognesi di commercialisti e quando nel 1978 mi sono abilitata alla professione potevo già vantare 7 anni di esperienza.
Ho svolto la professione nei confronti di piccole aziende e professionisti cercando sempre di non tralasciare i rapporti umani privilegiando nella professione la bellezza di lavorare "in maniera autonoma"…..
Il mio modo di concepire il lavoro autonomo mi ha permesso di affiancare alla professione la mia famiglia e i miei tre figli nati nel 1988,1989,1990.
Nel 1999….. ormai con i figli grandicelli il lavoro d'ufficio mi era parso un po' ripetitivo…. E ho deciso per animare un po' l'attività di crearmi un sito e tentare l'esperienza della consulenza on line. Il primo sito l'ho costruito io in maniera artigianale ….. ma mi ha consentito di incontrare altri colleghi con la mia stessa idea e assieme siamo partiti nell'avventura.
Per piu' di un anno abbiamo offerto consulenza gratuita. Rispondevo personalmente a piu' di venti quesiti al giorno e altri ne smistavo a colleghi sparsi in tutta Italia…. Le risposte le inoltravo comunque sempre io direttamente dopo averle controllato …..
Il Resto del Carlino di Bologna ci chiese di curare una rubrica on line di consulenza, il portale Libero ci richiese i nostri contenuti e anche il Sole 24 ore ci chiese di fare come autori una collana di Libri sui dichiarativi, che abbiamo curato per tre anni assieme a tutti i nostri collaboratori conosciuti attraverso il nostro sito…..
Oggi Fisco e Tasse conta piu' di 50.000 accessi al giorno ed è diventato un punto di riferimento per tanti professionisti .
Vengono forniti contenuti per l'aggiornamento attraverso sia il portale che attraverso siti personalizzati per i colleghi. Inoltre è possibile scaricare documenti e utilità in maniera singola che in abbonamento attraverso il commercio elettronico.
L'attività di consulenza gratuita in un certo senso è rimasta attraverso il forum dove ogni giorno entrano olte 30.000 utenti.
Il mio studio continua la propria attività sempre nei confronti di piccole aziende e professionisti…. E io continuo ad essere entusiasta dell'attività "autonoma" perché mi ha consentito e mi consente tuttora di lavorare con un po' di fantasia, senza mai conoscere la noia del lavoro.
3 agosto 2009
Mena Chironna - Pogliano Milanese
Mi chiamo Mena Chironna e sono titolare di uno studio legale nella provincia milanese, a Pogliano Milanese per la precisione.
Mi sono laureata a 22 anni in una di quelle università (Catanzaro) che oggi ahimè sono fra quelle meno organizzate e perciò hanno visto ridotti i propri fondi.
Dopo la laurea ho deciso che, per fare l'avvocato seriamente, avrei dovuto andarmene dalla Calabria dove, se ti va bene, passi tutta la vita ad elemosinare pratiche da parenti e amici lavorando quasi gratuitamente.
E allora sono venuta a Milano senza conoscere nessuno.
Ed è iniziata la mia vita da praticante, passando da 3 studi legali diversi prima di trovarne uno dove poter effettivamente apprendere la professione.
Difatti ho sostenuto l'esame (io proveniente da Catanzaro l'esame l'ho fatto a Milano) e l'ho passato "al primo colpo".
E così a 26 anni appena compiuti sono diventata avvocato e ho iniziato a collaborare con uno studio legale dove mi è stata data ampia autonomia.
Ad aprile di quest'anno però ho deciso che, se vuoi essere libero professionista nel vero senso della parola (e soprattutto se vuoi guadagnare qualcosa in più), devi buttarti e, superando le paure dovute all'alea del guadagno, ho iniziato la mia attività autonomamente a Pogliano Milanese, entrando in sinergia lavorativa con uno studio commerciale e di consulenza del lavoro (il che consente di offrire ai clienti una consulenza a 360 gradi)
E la mia esperienza oggi mi dice che ho fatto bene.
Lavoro con impegno dedizione e costanza.
I miei clienti sanno di essere seguiti in ogni momento.
Hanno il mio numero di cellulare al quale sono rintracciabile per qualsiasi esigenza.
Ho attrezzato il mio studio con moderne tecnologie, un ottimo gestionale, una banca dati completa di tutto e l'abbonamento a 18 diverse riviste giuridiche.
Tutti questi elementi insieme mi hanno consentito di iniziare a farmi conoscere come una professionista valida ed iniziarmi ad affer,are in un mercato che è saturo.
Quello che tante volte i clienti che arrivano da altri studi legali mi dicono e che, spesso, dagli avvocati più anziani non si sentono seguiti.
Immagino sia per una visione della professione diversa rispetto a noi giovani.
Gli avvocati una volta aspettavano il cliente in studio, si ponevano in una posizione di distacco rispetto al cliente.
Ora invece il cliente lo devi andare a trovare in azienda, devi essere disponibile, fargli capire che il suo problema, grande o piccolo che sia, è una tua priorità.
Per tirare le fila di questo mio intervento posso solo dire quello che mi ha insegnato la mia esperienza: chi vale e lavora seriamente, ha la possibilità di guadagnare una fetta di mercato.
3 agosto 2009
Giuseppe Capriati
Ho da chiedervi un sacco di cose perché ad oggi non riesco a capire come mai non abbia avuto mai ragione , ma che fosse una sola volta.
Il quesito o dilemma è, secondo me, la mancanza di una Autority in campo giudiziario per dare uniformità e regole etiche per evidenziare le mancanze volute o no degli avvocati . Perché non è stata ancora istituita, visto che in tanti campi esiste e qui no ??! E' strano eppure puo' dare la svolta a tante strane ordinanze che colpiscono i piu' deboli, politicamente estranei. Parlo per diretta esperienza.
Vivo e risiedo in Sicilia, ma sono pugliese. Su sei avvocati ufficiali in due cause(una lunga di separazione e ricorsi) sullo stesso argomento di diritto di famiglia, ben quattro mi hanno lasciato la difesa con delega senza alcun motivo, dal giorno alla notte; ed una , l' ultimo difensore, la quinta, mi ha incastrato nella modifica con ricorso dello stato di affidamento dei figli per soppravvenuta sentenza penale di maltrattamenti e abbandono di minore, per omessi documenti a mio favore. Questa sentenza, è stata appellata e tale mio ricorso ha avuto un epilogo a 180° contro. Infatti non solo il G dei minori se ne è lavato le mani e badate, dopo un anno che ne avesse in suo possesso-archivio il fascicolo e la sentenza in modo da non permettermi il I° ricorso, assurgendo come vero giudice quello Civile della separazione; ma ha anche minacciato verbalmente che se continuavo ne sarebbe moralmente ricaduta sulla minore in oggetto.
Fatto sta che il giudice civile nel II° ricorso abbia deciso che: aumento quasi del doppio del mensile rispetto al precedente nonostante sia funzionari regionale, proprietaria di casa e terreno; entrambi i figli affidati alla madre pur essendo questa per ambizione trascurato l'educazione, la cura, l'igiene ecc. accertate dai servizi sociali del comune di residenza; scavalcato sempre nella formazione degli orari e giorni di ferie di conduzione dei figli; mai consultato su indirizzi di scuole e occupazione del tempo libero, ecc costretto solo a subirne le altrue decisioni e con atteggiamenti di parte dei serv.sociali e medici che dovrebbero solo tutelare i minori,( ma quando mai !).
Sono deluso e fortemente depresso per la totale mancanza di obbiettività !!
Altre notizie ho in riservo, ma le domande che ho necessità di conoscere sono:
1) posso ottenere il rimborso di somme elargite alla madre per sei mesi, mentre i figli erano in comunità a totale carico dello stato, (per esplicita richiesta della madre per sue difficoltà di gestione e concesse dal giudice dei minori), tramite il giudice di pace ?
2) perche' il cancelliere della sezione civile dopo l'ordinanza conclusiva del II° ricorso, non mi ha permesso la visione del mio fascicolo con le carte di entrambi gli avvocati in modo di verificare la presenza di documenti a mio favore( dichiaraz.della madre che rinunciava ad ogni aumento di indice istat-( denuncia per omissione di consegna dei figli in giorni prestabiliti-); e vedere quelli della controparte ? Impedimenti che gravano sul morale e sul senso di ingiustizia subita.
3) avere una difesa degna di questa parola visto che il comportamento degli avvocati succeduti sono stati sempre elusivi e non trasparenti ??? A tutt'oggi non ho avuto spiegazioni delle ordinanze da nessuno e ho il vuoto dentro perché non so darmi serenità. Eppure non ho mai avuto condanne né sospensioni di alcunchè.
E badate, che ci crediate o meno, ho ripercussioni sul lavoro dove tutto si sa ma nessuno dice niente: benchè sia un diplomato sono al di sotto delle competenze e scavalcato dai più giovani .
Essere soli in un paese libero non può significare minoranza e sopraffazione ! E' una vergogna del diritto di esistere e qui è fortissimo il senso di inciviltà. Aiuto !
3 agosto 2009
Massimo Gazzani
Quarantacinque anni, tre generazioni di professionisti, nonno avvocato banchiere, papà dottore commercialista con intuizioni imprenditoriali (società quotata al Nasdaq - la Orthofix di Verona), pronto e preparato alla sfida del terzo millennio del mondo dei servizi professionali.
Fare il dottore commercialista, o meglio "vendere" consulenza oggi è molto diverso rispetto a decine di anni fa. Quello che è cambiato maggiormente è il rapporto cliente-professionista: prima era un legame più forte e di rispetto dei ruoli e delle persone, oggi tutto è più commerciale e consumistico. Anche nelle professioni vi è un sempre maggior confronto "qualità/prezzo". Ma questo non è un male, anzi è uno stimolo ad essere sempre pronti e preparati a fornire il miglior servizio, la miglior consulenza, il miglior parere, anche nei tempi corretti.
Dobbiamo essere sempre attenti ad offrire le risposte in orario, risposte esaurienti e precise.
Ma l'esperienza accumulata e l'organizzazione dello Studio creato ci è di grande aiuto perché il professionista viene ancora scelto e mantenuto per il talento e il merito. L'intelligenza e la preparazione, abbinati allo spirito di sacrificio e l'impegno e all'accurata attenzione di ogni particolare, sono i requisiti determinanti e fondamentali della mia esperienza professionale, che rappresentano un bagaglio trasmesso, ma anche ricercato fortemente.
Qual'è la storia
Il nonno Eugenio è nato a Correzzo (Verona) il giorno 10 aprile 1901 e nel 1921 è già laureato in Giurisprudenza a Padova con il massimo dei voti e pronto ad entrare nella struttura dello Studio Carnelutti di Padova, dove si distingue nel diritto bancario e finanza, per arrivare dopo poco alla Direzione Generale del Credito Fondiario delle Tre Venezie e della Cassa di Risparmio di VeronaVicenzaBelluno. Sono gli anni della crescita industriale e dei primi rapporti e legami tra impresa e banca, e il ruolo di quest'ultima è risultato fondamentale. Il nonno è stato tra i primi a realizzare finanziamenti in pool, come ad esempio la struttura finanziaria per realizzare l'autostrada Autorbrennero A22. Si è distinto per la crescita della banca, ma anche per la trasmissione di valori di operosità e di
Il papà Carlo è nato - invece - il 2 giugno 1927 a Pellegrina, frazione di Isola della Scala (Verona), raggiunta laurea in economia e commercio a Bologna e il diploma di dottore commercialista nel 1955, tra i primissimi di Verona, iniziò da solo in forma autonoma la professione. Le origini contadine non state mai abbandonate, anche se i risultati e i successi hanno raggiunto fama oltreoceano.
Svolgendo così la professione per oltre 50 anni, anche se non ha disdegnato l'attività di insegnamento di Tecnica Professionale alla Ragioneria di Isola della Scala per oltre 20 anni. Tanti studenti e allievi ora trovano e occupano ruoli importanti. E' sempre riuscito a coniugare con ottimo equilibrio e saggezza tra la professione, l'insegnamento e l'intuito imprenditoriale, trasmettendo la stessa passione alla professione ai due figli, Massimo e Monica, ora Partner dello Studio Gazzani con sedi a Verona, Milano e Isola della Scala.
E' stato dispensatore di saggi consigli, di pareri professionali sempre volti alla soluzione ottimale per entrambe le parti. Diceva sempre che era meglio un triste combinamento, piuttosto che una importate sentenza.
Zeppo di successi professionali a Verona, ma anche in Italia e all'estero, sino alla quotazione a NewYork al Nasdaq della prima azienda italiana, la Orhofix di Verona, è rimasto attaccato allo Studio e felice di svolgere la professione sino a pochi anni fa, dopo il ritiro alla famiglia e alla lotta alla malattia, che ha avuto il sopravvento il 20 maggio 2009.
Ma la tradizione continua con Massimo, vero motore dello Studio Gazzani, e Monica, che alterna la professione al ruolo di moglie e mamma.
La storia di Massimo Gazzani, che scrive, è rinviata al curriculum di sotto allegato, ma in quanto a sensazioni alcune osservazioni merito interesse.
La maturazione e l'anima professionale trova origini sia nello stato di famiglia e dell'aria respirata in casa, ma che nel percorso universitario, e soprattutto nell'esperienza biennale maturata a Milano presso lo Studio Pirola Pennuto & Zei, che rimane un momento basilare sia dal punto di vista formativo, ma anche di arricchimento professionale organizzativo.
Ai tempi moderni - per quanto espresso all'inizio del nuovo rapporto professionista-cliente - mon è privilegiato un figlio d'arte che si trova lo studio in casa, perchè la concorrenza e il confronto continuo hanno modificato la struttura e la formazione della cliente. Ora è più difficile mantenere, che aumentare!
Il contratto di scrittore con il Sole24Ore, EgeaBocconi e Maggioli, la nomina di professore all'Università di Verona, gli incarichi professionali di prestigio a livello nazionale, i pareri rilasciati ai principali gruppi industriali e del terziario di Verona, le esperienze maturate quale consulente esperto nei passaggi generazioni aziendali, ma non solo, sono alcuni dei traguardi raggiunti, frutto dell'impegno costante e giornaliero e della convinzione di voler raggiungere gli obiettivi prefissati.
Saper coniugare l'attività di dottore commercialista al servizio della clientela più svariata (non interessa distinguere il ceto sociale e qualitativo) a quella di studio ed approfondimento, anche da trasmettere ai più giovani, è stata la combinazione vincente della mia esperienza professionale, che se anche breve, vuole crescere ed espandersi sempre più.
Le energie sono rappresentate dagli obiettivi, ma anche dalla convinzione che qualcosa di meglio professionale del papà e del nonno è in me.
Difatti il rapporto con il cliente e le interrelazioni culturali e professionali non sono casuali.
1 agosto 2009
6Fragola
Gli esaminatori delle Università (conosco le realtà di Verona e Trento) bocciano, per il gusto di bocciare, la totalità dei partecipanti a intere sessioni d'esame.
Finchè uno per partito preso non ha dato gliesami almeno un tot di volte non viene passato.
Così facendo rovinano la vita a studenti volenterosi, facendogli buttare alle ortiche i migliori anni della loro vita.
Con che vocabolo potremmo definire questi esaminatori?
Tentano forse di scoraggiare l'entrata in lizza di potenziali concorrenti?
1 agosto 2009
Grazia Zanco
Sono alla mia seconda esperienza professionale. la prima come dottore commercialista, ora conseguita la seconda laurea come avvocato, nel frattempo insegno in un istituto pre-uni. Sono indignata che in tanti anni non si sia pervenuti a una riforma seria dell'uni.
Anziche' cinque, sei anni di formazione e stage uni in continuazione per tutto il percorso uni, senza dover discutere una tesi, non ne trovo propio il motivo e senza dover sostenere un ulteriore esame di stato per l'abilitazione. ma come in tanti paesi del mondodopo la laurea devo essere abilitata gia' per la o le professioni.
Da noi invece abbiamo programmi, logiche vecchie sia didattiche che contenutistiche, professori arci vecchi, una formazione solo puramente ed esclusivamente teorica. un laureato in giurisprudenza o ora in scienze giuridiche che non ha mai analizzato in facolta' con il proprio docente un contratto di compravendita, un verbale di assemblea di una societa', un contratto di lavoro ecc.
E poi, a 35 anni a fare la gavetta per un vecchio babbione di avvocato, se va bene a 350 euro lordi, se donna ancora meno.
Auguri!
1 agosto 2009
Giuseppe Leotta
La mia esperienza professionale ricalca quella a voi raccontata dalla collega di Bergamo, con una piccola "deviazione" ancora in corso d'opera dovuta a piacevoli fatti personali.
I primi due anni di pratica forense, fatti di code in cancellerie varie, fotocopie, atti giudiziari fatti e rifatti fino a tarda ora, sostituzioni processuali del dominus impegnato in altra udienza con connessa rimessione alla clemenza della Corte, ci accumuna quasi tutti fino alla fatidica data del timbro sul libretto di compiuta pratica.
L'"evoluzione" della specie passa attraverso la prima vera scelta:Cercare, e se si è fortunati poter scegliere, uno Studio piccolo, medio o grande che sia disposto a riconoscerti un piccolo contributo economico, nella speranza di poter "monetizzare", anche dal punto di vista della crescita professionale, il più possibile la piccola esperienza acquisita, dovuta prevalentemente alla propria cocciutaggine, amore per il diritto e capacità di soffrire. In questa seconda fase le esperienze cominciano a diversificarsi potendo ognuno di noi raccontare una propria storia, più o meno drammatica ed alcune volte grottesca.
Dopo alcuni anni di precariato e duro lavoro, superato lo "scoglio" dell'Esame di Stato, acquisite le dovute conoscenze tecnico-giuridiche, la giusta professionalità e autonomia professionale, dovrebbe essere giunto il momento di vedersi riconosciuto un dignitoso compenso, se si decide di esercitare in qualità di collaboratore con propria Partita Iva ma in realtà subordinato in uno studio affermato , o mettere su uno Studio professionale da soli o insieme ad altri colleghi; diverse variabili soggettive ed oggettive incidono su questa scelta.
Io ho optato per la libera professione nel senso letterale del termine, in collaborazione con altri colleghi.
Venendo, in ultimo, alla suddetta peculiarità, ancora per poco credo, della mia esperienza professionale, le circostanze della vita e le opportunità professionali offerte dall'integrazione europea, mi hanno portato a stabilire una sede dello Studio professionale in Spagna, in virtù della legislazione sulla libera circolazione dei professionisti nell'Unione Europea, operando nell'ambito del Diritto Comunitario e Internazionale Privato.
Saluti
1 agosto 2009
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