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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2013 alle ore 14:06.
Se ne parla da vent'anni e ancora non c'è. L'Expo 2015 sembrava l'occasione buona per arrivare in fondo, ma per la strada lombarda Pedemontana, per la quale sono necessari 5 miliardi di investimento, evidentemente bisognerà aspettare tempi migliori.
Questo almeno si evince dando un'occhiata ai bilanci e allo stato d'attuazione dell'opera: il primo lotto è in fase di realizzazione, con alcune parti ormai praticamente escluse dal progetto (un tratto a Varese e uno a Como); il secondo è stato affidato ma il progetto esecutivo è stato appena ultimato. Ma la questione più drammatica riguarda soprattutto le casse. Sulla carta, inizialmente, le previsioni erano queste: circa 500 milioni di equity, 1,2 miliardi di contributo pubblico, 3 miliardi di indebitamento. Ora però, il project financing non è stato ancora chiuso e a oggi, non avendo trovato una accordo con le banche, la società non è in grado di dire a quanto ammonti esattamente l'equity (si dovrebbe passare dagli iniziali 500 milioni a 700, ma chissà); sono stati versati 200 milioni di prestito ponte, mentre si parla della possibilità di un ulteriore prestito, o di un aumento di capitale e di altri finanziamenti pubblici.
Per ora nulla di certo. Fatto sta che la società sta utilizzando tutto il finanziamento pubblico solo per il primo lotto, e difficilmente senza una rapida definizione del piano finanziario e del project financing riuscirà a trovare altri 3 miliardi di credito. In sostanza: senza un rapido aumento di capitale, con privati che mettano risorse fresche prima in Serravalle, la società controllante, e quindi a cascata in Pedemontana, le opere si fermeranno a fine febbraio. Con buona pace dei lombardi che aspettano da vent'anni.
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