Il Governo ha definito le linee guida e i criteri per il ritorno al nucleare in Italia. Ecco in estrema sintesi i contenuti del provvedimento.

Criteri per la localizzazione degli impianti. Il decreto individua i criteri generali per l'idoneità dei territori ad ospitare un impianto. Saranno le imprese interessate a indicare i siti, che dovranno rispettare le caratteristiche previste dalla normativa.

Misure compensative per chi ospita i siti. Il decreto stabilisce che vengano riconosciuti benefici economici per le popolazioni, le imprese e gli enti locali dei territori interessati dalla realizzazione di impianti nucleari. I benefici sono a carico dei soggetti coinvolti nella costruzione e nell'esercizio degli impianti. Si tratta, in particolare, della riduzione della spesa energetica dei consumatori finali del territorio interessato, della Tarsu, dell'addizionale Irpef, dell'Irpeg e dell'Ico.

Partecipazione di enti locali e popolazione. Il decreto prevede la partecipazione di regioni, enti locali e popolazioni, anche attraverso consultazioni, sulle procedure autorizzative, sulla realizzazione, sull'esercizio e sulla disattivazione degli impianti nucleari, così come sulle misure di protezione sanitaria dei lavoratori e della popolazione e la salvaguardia dell'ambiente.

Procedure autorizzative. Il processo autorizzativo si basa sull'«autorizzazione unica» per la realizzazione e l'esercizio di ogni singolo impianto, che prevede un massiccio coinvolgimento delle Regioni interessate.

Smantellamento impianti e deposito. I costi relativi allo smantellamento degli impianti a termine esercizio sono a carico degli operatori che hanno realizzato le stesse installazioni, per il tramite di un apposito fondo. Lo smantellamento è affidato a Sogin. Prevista la creazione di un deposito nazionale realizzato in un più ampio Parco tecnologico che conterrà anche un centro di ricerca sul trattamento delle scorie nucleari.