Attendevano da tempo la giornata di ieri gli Ordini professionali chiamati a raccolta dal ministro Angelino Alfano per cominciare finalmente a lavorare su una riforma condivisa. Presenti solo le 20 categorie sotto il diretto controllo del ministero della Giustizia, non sapevano cosa aspettarsi ma ne sono usciti soddisfatti. Convinti che questa potrebbe essere davvero la volta buona.

Dalle categorie più rappresentate come notai, avvocati, dottori commercialisti, ingegneri e architetti a quelle più di nicchia come gli attuari, agenti di cambio, agronomi, forestali e tecnologi alimentari. Tutti uniti ieri mattina nell'aula Livatino del ministero hanno espresso apprezzamento per l'atteggiamento innovativo del Guardasigilli nonché per il metodo di lavoro adottato. Non solo per aver accelerato una riforma di cui si parla da 15 anni, ma anche perché tentare di mettere d'accordo tante voci diverse per uno statuto condiviso è già di per sè una metodologia di rottura con il passato.

Yes we can, dicono gli Ordini. Anche se i nodi da sciogliere restano molti. Aldilà delle esigenze specifiche, le categorie, praticamente all'unisono, chiedono: formazione continua, nuove regole per l'accesso e il ritorno alle tariffe minime.

Su quest'ultimo punto sono ad esempio i notai a spingere. Per il presidente, Paolo Piccoli, compensi chiari, trasparenti, puntuali, certi e quindi inderogabili sono necessari a tutela del cittadino dato l'obbligo di ricorrere al notaio per il suo ruolo di garante istituzionale. Ma anche Massimo Gallione, a capo degli architetti, le richiede. Seppure limitamente ai lavori pubblici. Spalleggiato in questo dal collega vicepresidente dei geometri, Francesco Mazzoccoli, e da Giovanni Rolando, alla guida degli ingegneri, che ne fa anche una questione di garanzia per i cittadini. «La mancanza di tariffe minime ha creato grosse difficoltà ai professionisti che lavorano nei pubblici appalti», dice Giuseppe Jogna, presidente dei periti industriali. «Penso ai ribassi d'asta macroscopici (fino al 95-97%) senza controlli e privi di standard di qualità. Questo meccanismo ha portato i più disinvolti a vincere commesse a costi stracciati. La poca esperienza e la scarsa qualità dei materiali per la costruzione delle infrastrutture porterà danni incalcolabili che verranno fuori negli anni», prevede Jogna.

Diversa, invece, la posizione dell'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Per il presidente, Claudio Siciliotti, le tariffe ci devono essere e devono costituire un elemento indicativo per clienti e professionisti, ma bisogna evitare misure protezionistiche che le rendano vincolanti e ne fissino un limite.

Sulle regole d'accesso i presidenti concordano nel ritenere inadeguata la preparazione universitaria e soprattutto non sufficiente a permettere l'entrata nel mondo del lavoro. Dove non è previsto viene richiesto l'inserimento del tirocinio obbligatorio che molti auspicano possibile anche durante il periodo di studi. All'unisono le categorie puntano sulla formazione come elemento necessario per mantenere alti gli standard qualitativi.

Per Roberto Orlandi, presidente degli agrotecnici e rappresentante per le professioni del Cnel, è «anomalo» che oltre due milioni di professionisti siano esclusi da tutti i provvedimenti economici fatti dal governo, anche in tempo di crisi. Questo, come altri problemi, potrebbe trovare la sua soluzione con la creazione di una società ad hoc delle professioni intellettuali. Su questo punto il ministro Alfano ha già dichiarato di voler intervenire (si veda «Il Sole 24 Ore» dell'8 aprile scorso).

Altro tema caldo, infine, quello sulla formazione continua. Tutte le categorie sottolineano la necessità, o meglio l'obbligatorietà, di un aggiornamento professionale permanente a garanzia del cittadino. La vede così ad esempio il presidente dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, presidente anche del Cup: «Siamo i precursori della formazione continua, elemento caratterizzante di un vero percorso professionale e deontologico».

Le priorità degli «stati generali»
Una garanzia
Tariffari che stabiliscano il valore minimo per ogni prestazione in modo chiaro, trasparente e facilmente comprensibile, per fermare una corsa al ribasso a scapito della qualità
Regole stringenti
Un esame di stato più autorevole e più selettivo magari preceduto da un periodo di praticantato o di formazione sul campo, che si possa svolgere anche durante gli studi
Aggiornamento
Necessaria la formazione continua e verificata per mantenere alti gli standard qualitativi e per stare al passo con l'evoluzione teorica, tecnica e tecnologica
L'impresa ad hoc
Va pensato un nuovo tipo di società, fondata sugli apporti di lavoro intellettuale che consenta l'esercizio di professioni in forma associata e multidisciplinare

 

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