Una sorpresa nella sorpresa, l'Ipad di Apple. Non solo un tablet innovativo, ben più di un fratello maggiore dell'I-phone. Ma anche un sistema più veloce, e performante, di quanti molti si attendessero. La ragione: un motore interno ancora in parte segreto, il chip A4 disegnato da Apple stessa.
A smontarlo con cura, come hanno fatto quelli di I-fixit, l'Ipad presenta, oltre a due potenti batterie una scheda madre (scheda logica) estremamente piccola. In pratica non più di una dozzina di chip, tra memorie e controller, con al centro l'A4, con la sua bella mela stampata sopra. Ed è l'A4 l'anima dell'Ipad, il suo motore.
Non è un microprocessore ma qualcosa di più: un System on chip (Soc). Su una piastrina di silicio di tre millimetri di lato, con finezze da 45 nanometri (lo stato dell'arte attuale) c'è infatti spazio per centinaia di milioni di transistor. E infatti l'A4 integra, su quello spazio, almeno tre unità, un tempo separate: un processore (l'Arm Cortex A8), un'unità di elaborazione grafica (la PowerVr Sgx, realizzata dalla Apple e la stessa degli I-Phone) e alcune aree di memoria Ram e Rom interne di lavoro. Non solo: l'A4 contiene, secondo le analisi dei tecnologi che l'hanno finora passato ai raggi x (letteralmente), anche dei circuiti di ottimizzazione ancora segreti, forse all'origine della lunga durata di carica dell'Ipad.
E di più, direttamente sovrapposte sopra l'A4 vi sono due chip di memoria Ram Samsung da 128 Mb. La tecnica, chiamata Pop (package on package) permette al chip di comunicare con le sue memorie a distanze minime, con conseguente velocità e risparmio di potenza. Un capolavoro targato Apple, quindi l'A4. E frutto, con tutta probabilità, non solo della qualità della sua ricerca e sviluppo ma anche di quei 150 ingegneri microelettronici della Pa-Semi, una startup che già nel 2007 presentò un System on chip molto avanzato, basato allora su multipli core Powerpc (mai usato da Apple) che però nel 2008 decideva di acquisire l'azienda, e il suo prezioso know how.
«Non c'è dubbio che l'A4 sia un prodotto tecnologico molto interessante – osserva Philippe Magarshack, vicepresidente e esperto di Soc alla ricerca e sviluppo di St Microelectronic –. Ma il trend verso i Soc è ormai generale per chi produce i motori degli smartphone e dei dispositivi mobili. Basti ricordare lo SnapDragon di Qualcomm e l'Et-500 di St-Ericsson, già disponibili sul mercato. Mentre Intel, con il suo Moorestown (Cpu Atom in un Soc per tablet mobili) appare ancora in ritardo, soprattutto per problemi di ottimizzazione dei consumi elettrici. Ma il trend è generale: tutti stiamo correndo verso Soc sempre più potenti e ottimizzati».
Il punto è che l'A4 non è prodotto da un'azienda microelettronica indipendente (come Qualcomm, St-M, Intel, Freescale...) e poi adattato dal sistemista finale (Nokia, Google, Lg) ma nel caso A4 direttamente disegnato e controllato da Apple, «secondo il suo tipico business model, che punta a padroneggiare completamente la sua tecnologia – aggiunge Magarshack – soprattutto nelle sue componenti cruciali».
Un tempo, nei personal computer il cuore proprietario era il sistema operativo (il Mac-Os, per intendersi), oggi invece si va anche sotto. «Nel profondo di un Soc che consente di controllare come fai l'elaborazione in multithreading, la qualità della tua grafica tridimensionale, la codifica e decodifica multimediale. Insomma quello che fa la differenza in qualità e prestazioni del tuo dispositivo portatile».
Ovvio, Apple ha ottimizzato l'A4 al punto di avervi eliminato persino alcune porte di comunicazione, le aree per la telecamera (che l'Ipad non ha) e ne ha ricavato un Ipad, alla prova di di test ripetuti, nettamente più veloce del Nexus One, dotato di Snapdragon e ambiente Google-Chrome. Il tutto utilizzando il meglio della tecnologia di progettazione (non solo Pa-Semi ma, secondo alcune voci, anche di Intrinsity, altra silenziosa startup texana) e poi la capacità produttiva di Samsung per farsi "fondere" l'A4. «Un approccio con vantaggi e svantaggi – conclude Magarshack – così Apple può sfruttare il suo vantaggio innovativo protetto per legare a sé gli utenti e trarne profitti superiori alla media. Con i Soc disponibili da noi invece i clienti multipli possono aspettarsi volumi più alti, e quindi costi inferiori. E l'utente anche una maggiore interoperabilità standard tra i dispositivi».
giuseppe.caravita@ilsole24ore.com

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