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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2010 alle ore 10:00.
L'ultima modifica è del 13 luglio 2010 alle ore 10:05.
La crescita cinese quest'anno potrebbe avvicinarsi al 10 per cento. Mentre altri paesi sono ancora alle prese con la crisi economica e le sue conseguenze, per la Cina il problema – ancora una volta – è come gestire il boom.
Il mercato dell'edilizia si è stabilizzato grazie ai provvedimenti adottati per prevenire una bolla speculativa, e sono attese prossimamente altre misure correttive. È una buona notizia per l'economia cinese, ma forse lascerà delusi tutti quelli che davano per scontato che il governo di Pechino avrebbe lasciato che la bolla si gonfiasse a oltranza, fino a scoppiare.
La crescita in generale sarà influenzata dalle misure sul fronte immobiliare? Dipende da cosa si intende per «influenzata». Prezzi delle attività più bassi possono rallentare la crescita complessiva degli investimenti e del Pil, ma se il rallentamento consisterà (ipotizziamo) nel passare dall'11 al 9% di crescita, la Cina eviterà il surriscaldamento dell'economia continuando a godere di una crescita forte e sostenibile.
In realtà, per Pechino l'attuale tasso di crescita annualizzato degli investimenti immobiliari (37%) è un dato molto negativo. L'ideale sarebbe che frenasse fino, diciamo, al 27% quest'anno!
La Cina registra una crescita economica forte e costante da trent'anni, senza significative oscillazioni e interruzioni (finora). Se si esclude il rallentamento del 1989-1990, seguito alla crisi di piazza Tienanmen, la crescita media annua in questo periodo è stata del 9,45%, con un massimo del 14,2% nel 1994 e nel 2007 e un minimo del 7,6% nel 1999.
Mentre quasi tutte le economie principali hanno affrontato momenti di crisi nelle prime fasi della loro crescita economica, la Cina sembra – non si sa per caso o per altre ragioni – costituire un'eccezione, e questo scatena periodicamente previsioni di un "tracollo imminente".
Tutte queste previsioni si sono rivelate sbagliate, ma più a lungo si protrae questa situazione, più aumenta il numero dei profeti di sventura.
Per me, l'unica peculiarità di questo ritmo incessante di crescita è data dall'efficacia degli interventi macroeconomici nei momenti di boom. Certo, lo sviluppo economico e le riforme istituzionali possono causare instabilità. Anzi, il tipo di governo centrale ereditato dalla vecchia economia pianificata, con i suoi piani di crescita elefantiaci, è fonte di oscillazioni e ha contribuito in buona parte all'instabilità dei primi anni 80. Ma il governo centrale deve fare attenzione all'inflazione in un periodo di crescita troppo sostenuta, per non rischiare che lo scoppio di una bolla faccia aumentare la disoccupazione. Gli enti locali e le imprese pubbliche non hanno necessariamente lo stesso problema. Vogliono una crescita alta, senza preoccuparsi troppo delle conseguenze macroeconomiche. Vogliono indebitarsi il più possibile per finanziare ambiziosi progetti di investimento, senza preoccuparsi troppo del rimborso del debito o dell'inflazione.