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Questo articolo è stato pubblicato il 31 luglio 2010 alle ore 07:54.
L'ultima modifica è del 31 luglio 2010 alle ore 08:26.
Proprio mentre stavamo per dire: «È finita!», ecco che arriva l'ultimo dato di luglio sulla crescita americana, che c'è ma rallenta. La complessità della crisi è tale che è difficile dire quando è iniziata ed è ancora più azzardato cercare di annunciarne la fine. Oggi Il Sole 24 Ore, sul sito www.ilsole24ore.com, prova a dare uno strumento in più per comprendere gli scenari dell'economia globale.
In realtà è una stanza, «Gli economisti», con i più autorevoli commentatori di fama internazionale in esclusiva online per l'Italia, una stanza pensata e creata con Project Syndicate: ogni autore ha il suo box, la pagina con i suoi articoli, con tanto di foto e biografia. Perché tocca seguire giorno per giorno il corso di questa crisi, nei giorni sì, quelli che inducono all'ottimismo, come nei giorni no, quelli che richiamano alla cautela. Il modo migliore per farlo è averli tutti assieme, i migliori analisti, su una pagina web che diventa una stanza di discussione tra commentatori (spesso lo fanno, di rispondersi l'un l'altro, magari indirettamente), di lettura (nella doppia versione italiano e inglese), d'interazione con il Sole online. L'idea è che possa diventare un punto di riferimento per attivare un passaparola d'idee, con i social network, condividendo l'ultimo articolo del commentatore preferito, per poi raccogliere stimoli e tesi del mondo accademico italiano.
Perché tocca capirla, la crisi, se si vuole decidere dove investire, che cosa studiare, dove puntare per l'export e perfino dove andare in vacanza sfruttando un buon cambio con l'euro. Capire la crisi è l'obiettivo che si era posto Il Sole 24 Ore l'anno scorso quando, prima sul giornale con una serie d'interventi di economisti e analisti di alto livello e poi con un libro che li raccoglieva (Lezioni per il futuro - Le idee per battere la crisi), venivano proposte diagnosi della fase critica e ricette per riprendere il discorso dello sviluppo. Oggi quel dibattito trova anche un luogo nella rete che si arricchisce ogni giorno di una voce e dunque di tante idee.
La lezione di questa crisi è innanzitutto una: basta un battito d'ali in una banca asiatica per far prendere il raffreddore al Dax di Francoforte e la polmonite alla Borsa di Madrid. Non vale soltanto per la finanza, questa lezione, vale anche per l'economia reale: basta vedere dove ricominciano a esportare di buona lena le imprese del nostro Nord-Est, a Oriente, oppure riflettere sul rischio sistemico che perfino la lontana Islanda e la vicina Grecia possono provocare. Se poi ci metti la competizione nella produttività, tra la Serbia, Pomigliano e Detroit, è sempre più chiaro che il distretto si rafforza soltanto se innova e se capisce le esigenze e le opportunità degli altri distretti in giro per il mondo.